L’anno che verrà
| di Mariella MarchettiCosa resterà di questo 2021, cosa ci riserva l’anno che verrà? Nessun passaggio è mai stato così complesso, pieno di incertezze e colpi di scena. Sono giorni questi da contrappasso dantesco: al posto dell’atmosfera di letizia, domina una incredula e rarefatta sospensione.
Tutti sembrano attoniti, perduti come le anime sulla riva dell’Acheronte in attesa del passaggio, ansiose sicuramente di essere traghettate ma allo stesso tempo timorose, come chi non sa cosa gli aspetta una volta giunti all’altra riva, ignota perciò temibile.
Il demone della pandemia che ci tormenta per il terzo anno consecutivo è infido, subdolo, vigliacco,
ti stringe il collo per ucciderti, poi lascia leggermente la presa e mentre ti concede di riprendere a respirare, a sperare, ritorna sotto diverse vesti e mentite spoglie a toglierti il fiato: sa mutare, si traveste, sa usare blandizie, esattamente come il serpente tentatore “la mala striscia”, che porse l’accattivante mela ad Eva, poi, dopo averti insidiato, ti annienta mentre sei ingenuamente distratto dalle cose più umanamente naturali e piacevoli.
Abbiamo rinunciato a tanto, a troppo. Negli ultimi anni, ognuno di noi ha dovuto rimodulare gli schemi della propria esistenza, da quelli affettivi a quelli sociali e lavorativi, nulla più è come prima. È utopia organizzare un viaggio, partecipare ad una festa, abbracciare gli amici, programmare eventi. La scuola non è più la stessa scuola, persino ammalarsi può costituire un passo falso in questo momento. Progettare o investire poi, è una vera follia. Quanto abbiamo lasciato nelle fauci di questo demone insaziabile, che dopo aver depredato tutta la nostra esistenza, chiede ancora, sempre di più, porta via i sogni e le speranze dei giovani, la serenità degli anziani, il sonno ormai perduto ai padri di famiglia.
Cos’altro può chiederci ancora?
A cosa dobbiamo rinunciare pur di riacquistare la cara, normale serenità?
Siamo nel vortice di una grande pagina di storia fatta a quanto pare di vari capitoli e colpi di scena. È difficile mentre si è rivoltati nel turbine comprendere cosa stia accadendo, produrre analisi lucide ed azzardare quali saranno gli scenari che ci aspettano. Quello che è certo è che la Storia, a patto di saperla leggere e trarne lezioni, ci ha insegnato che guerre, pandemie, carestie e sciagure hanno sempre costituito la spinta propulsiva per la rinascita e la costruzione di un mondo migliore.
Boccaccio descrisse a tinte fosche la “Maravigliosa peste” del 1348, ma dopo ci fu la luce perché fiorì un’epoca di grande bellezza, il Rinascimento. Certo il mondo che verrà, l’economia che verrà, la scuola che verrà non saranno più le stesse, ma l’augurio è che da “ex malo bonum” e che il 2022 possa essere l’anno di una decisiva svolta, quello di un mondo sicuramente diverso, ma di grande serenità e migliore.
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