Lavori alla Baia di San Francesco: WWF Silentum ottiene gli atti richiesti

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Lavori alla Baia di San Francesco: WWF Silentum ottiene gli atti richiesti

A distanza di quasi dieci giorni dalla richiesta di accesso agli atti e contestuale richiesta di intervento agli organi di Vigilanza del Comune di Agropoli e del Parco Nazionale del Cilento/Diano e alla simultanea richiesta di accertamenti da parte della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania sulla tipologia e sulla modalità dei lavori in atto sul tratto di costa denominata Baia di San Francesco in agro del Comune di Agropoli, l’associazione Wwf Silentum è venuta in possesso degli atti richiesti.

«Nello specifico – spiegano – si tratta degli atti preliminari dell’istanza del permesso a costruire per “l’esecuzione di opere e interventi di mitigazione del rischio idrogeologico di protezione e difesa dall’erosione costiera “ in area privata. Da una lettura iniziale delle carte è emerso chiaramente che il lavori nell’area di pertinenza del demanio marittimo, visti i vincoli posti dalla ZPS (Zona di Protezione Speciale), dal sito all’interno del Parco Nazionale del Cilento- Diano Zona “C2” e dal Puc di Agropoli zona “E2”, non potevano essere realizzati e portati a termine in quelle modalità: tanto è vero che in data 24 marzo sono stati sospesi i lavori e sequestrate le aree di cantiere».

«In merito alle responsabilità di quanto accaduto – continuano – c’è un’indagine della magistratura in corso che farà sicuramente luce sugli avvenimenti e sulle loro modalità. Quello che, purtroppo resta, è il grave danno ambientale in un’area simbolo per la Comunità Agropolese, ormai diventata iconica “ lo scoglio di San Francesco” un Danno Ambientale e di immagine irrecuperabili: nessuna sentenza potrà ricostruire le rocce emerse ed i fondali così come erano prima dello scellerato intervento umano. Con gli anni il vento, il mare ed il sole riplasmeranno nuovamente le rocce emerse ed immerse oggi sfregiate e spigolose, la flora e la fauna riconquisteranno quei luoghi offesi, ma la deturpazione del paesaggio e dell’area resterà come monito per il futuro, e l’immagine del pontone che affonda il suo artiglio a destra e a manca nelle acque cristalline ormai rese torbide, rimarrà nell’immaginario di tutti noi. Concetti questi già ribaditi in altre sedi nei giorni immediatamente successivi agli eventi».

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