Legambiente, biodiversità è a rischio: «C’è ancora bisogno dei Parchi?»
| di Luigi Martino«C’è ancora bisogno di parchi?». É l’interrogativo posto durante il ‘Forum sui Parchi – aree protette, green community e bioeconomia in Campania’, durante il quale Legambiente Campania ha lanciato l’allarme sul rischio della perdita della biodiversità con relativo documento in 10 punti da sottoporre al governo campano per il cambiamento delle aree protette regionali e l’innovazione sostanziale dei Parchi che, in termini economici, rappresentano il 7% del pil mondiale. I presidenti degli 11 parchi della Campania si sono confrontati nel corso del focus promosso in occasione di ‘Festambiente Natura 2019 – Parchi e aree protette’, il primo ecofestival della Valle dell’Irno, promosso da Legambiente Campania in sinergia con Legambiente Valle dell’Irno, circolo che quest’anno compie 30 anni di attività.
«Cosa significa perdere la biodiversità? È un allarme fondamentale La conservazione delle diversità bio racconta di un clima che sta condizionando gli habitat, con specie che si adattano ed altre che scompaiono. Si pensi alle api che sono degli impollinatori fondamentali. I Parchi nella conservazione hanno avuto un ruolo determinante, attori protagonisti della salvaguardia, necessitano però di innovazione e miglioramento, realizzando la connessione con i luoghi e le comunità. I parchi, se non sono player territoriali, diventano una zavorra. Le aree protette sono la banca del bene comune, le strutture della bioeconomy, dell’ecoturismo e della bioagricolutura (circa 250mila imprese agricole registrate da UnionCamere nelle aree protette)», ha spiegato Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette Legambiente.
E in riferimento alla Campania aggiunge: «È necessaria una riflessione corale. Il testo della Regione che intende accorpare i parchi regionali in un unico grande parco è fuori da ogni logica. Anzi come Legambiente ci stiamo muovendo per creare nuovi parchi, come quello del Matese, allargare le aree del cilentano e prevedere un’area protetta per la penisola sorrentina-amalfitana».
Lancia un grido d’allarme per il riscatto delle aree interne anche il presidente di Legambiente Valle dell’Irno, Antonio D’Auria che evidenzia le continua attività di salvaguardia e di denuncia svolta dai volontari dal circolo che quest’anno festeggia 30 anni dalla fondazione, in particolare rispetto all’Oasi Naturalistica di Frassineto. Sulla percezione dei parchi e sulla diffusione della consapevolezza nei cittadini insiste il presidente di Legambiente Campania, Mariateresa Imparato, che sottolinea la storia e l’impegno del circolo della Valle dell’Irno e di tutte le esperienze campane che moltiplicano il senso di appartenenza alle aree protette: «Prima i parchi era uno scrigno chiuso, oggi sono fruibili. Partecipano alla lotta alle emergenze mondiali e ai cambiamenti climatici. C’è bisogno di sostenerli per la manutenzione. Stiamo provando a sostenere il dialogo tra i presidenti delle riserve, Legambiente e le comunità. Si continua a parlare di urgenza plastica, una risposta sarebbe non erogare fondi a sovvenzioni alle sagre che la utilizzano. Nelle prossime settimane ci saranno le barche a vela nella penisola sorrentina e in Cilento per l’avvistamento plastica, per l’antincendio. Nei parchi si fa innovazione, agricoltura biologica, comunità energetica e a breve usciremo con il dossier comuni rinnovabili. Occorre tracciare nuove strade. Il 7% del Pil mondiale fa riferimento alla biodiversità: dobbiamo fare occupazione attraverso la protezione dei territori».
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