«L’emigrazione nel Cilento tra diaspora e ritorno possibile», l’ultimo libro del ‘Progetto Centola’
| di Antonella Casaburi“L’emigrazione nel Cilento tra diaspora e ritorno possibile”, a cura di Luciana Gravina e Ezio Martuscelli, è l’ultimo volume dell’Associazione “Progetto Centola” e del Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura”, scritto dagli autori: Angelo Carelli, Pasquale Carelli, Antonella Casaburi, Francesco D’Episcopo, Ferdinando De Luca, Sabatino Echer, Giovanni Falci, Luciana Gravina, Rita Gravina, Domenica Iannelli, Luigi Leuzzi, Pasquale Martucci, Ezio Martuscelli, Angelo Paolo Perriello, Raffaele Riccio, Orazio Ruocco, Micheal Shano, Antonio Stanziola.
Il libro porta avanti la riflessione sul tema dell’emigrazione nel Cilento e sul processo di spopolamento che ne consegue scaturita dalle ricerche del Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura” e dell’ Associazione “Progetto Centola” fatte nel 2022 e di cui è testimonianza il volume Cilento Terra Matrigna: emigrazione, spopolamento, diaspora dei giovani, che nell’estate 2022 fu presentato in alcuni luoghi del Cilento. Questo precedente volume del 2022, partendo dall’ottica di una terra avara di ricchezza e di opportunità, e per questo definita matrigna, ha innescato un denso dialogo che ha indotto a elaborare nuovi punti di vista, ha fatto emergere altre riflessioni circa l’emigrazione, la lontananza, l’abbandono, lo spaesamento, il disadattamento in terra straniera, l’elaborazione della nostalgia e la consolazione del ritorno.
Chi torna ha bisogno di riagganciarsi alle radici e di vivere la terra, quella terra delle radici che con gratitudine sente propria. Chi torna apporta al territorio il vantaggio economico derivante dalla sua migliorata situazione finanziaria. Chi torna spesso non è più giovane, ma maturo, e porta con sé figli adulti che, talvolta, decidono di restare. La riflessione e la ricerca, attivate in questo anno 2023 dal Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura” e dall’ Associazione “Progetto Centola”, confluiscono in questo nuovo volume,“L’emigrazione nel Cilento tra diaspora e ritorno possibile”, ed è in parte centrata sull’evento del ritorno. La funzione del nóstos (il ritorno) è importante se c’è il paese che aspetta, come nelle note introduttive chiariscono i curatori del volume, Luciana Gravina e Ezio Martuscelli.
L’intervento La valvola di sfogo camerotana, di Orazio Ruocco, mette congruamente in evidenza l’importante funzione del ritorno, del paese, della terra che aspetta, così come Pasquale Carelli, con Epistolario, virtuale, di un emigrato cilentano, ne racconta in lettere che, in un tessuto linguistico possibile, l’autore immagina scritte da un emigrante ai genitori, interpretando stati d’animo e condizioni dell’emigrante.
I lavori di Angelo Carelli, Ezio Martuscelli, Sabatino Echer, Raffaele Riccio, Antonio Stanziola e Angelo Paolo Perriello, fortemente centrati sul territorio per analisi dei documenti, statistiche e dati concreti, forniscono notizie importanti per la determinazione, la revisione e la rideterminazione progressiva del fenomeno emigrazione.
I dati su cui si basano molti di questi interventi derivano da testimonianze rese da membri della seconda e terza generazione degli emigrati. Il Gruppo ha creato una proficua rete di rapporti con numerosi oriundi di origine italiana. Gli oriundi hanno collaborato alle attività di questa ricerca con un entusiasmo tale da suscitare in loro il desiderio di visitare i luoghi di origine dei loro padri, nonni e bisnonni. Questo approccio innovativo suggerisce lo sviluppo di una nuova forma di turismo: quello attualmente definito “turismo delle radici”.
In un’ottica sicuramente nuova, Rita Gravina, nel documento Testimonianze di alcune emigrazioni femminili a Torraca, supportata da interviste molto circostanziate, analizza il fenomeno dell’emigrazione e del ritorno ponendo l’attenzione sul ruolo femminile nella condizione dell’emigrazione: nuova dimensione per la donna, che nella difficile situazione di migrante oltre alla gestione della famiglia, all’educazione dei figli, all’amministrazione dell’economia familiare, cerca lavoro; e lo fa con competenza e creatività, ottenendo stima e riconoscimenti. Andamento al femminile ha anche il contributo di Domenica Iannelli, che in Torraca e i suoi contadini racconta la sua percezione del carattere, in quanto dato di identità, del Torrachese, e in particolar modo delle donne forti di Torraca.
Antonella Casaburi indaga l’altro versante su cui si produce l’osservazione riportata in questo volume: il discorso sull’identità e sulla sua consapevolezza. Inducono alla riflessione le sue considerazione sulla condizione dei giovani, che analizza nel suo intervento: I giovani cilentani tra emigrazione e ritorno, in cui il ritorno è profondamente legato alla percezione della propria identità, al richiamo delle proprie radici. E di giovani discute anche Ferdinando De Luca, che contrappone la percezione negativa del proprio territorio con l’offerta dell’Erasmus, fondamentale opportunità per la formazione e per la crescita consapevole dei giovani, come scrive nel suo intervento: Il Cilento: terra matrigna dell’emigrazione e dello spopolamento e patria della generazione Erasmus. Il tema dell’identità viene affrontato direttamente da Luigi Leuzzi e Pasquale Martucci, trattando il problema sul versante della capacità evolutiva della persona che in maniera consapevole osserva il suo processo di crescita e lo favorisce col suo atteggiamento. Con La restanza come occasione di una identità evolutiva per il territorio del Cilento, Luigi Leuzzi vede nella pratica della restanza un’ occasione di crescita e quindi un’ opportunità per chi decide di restare. L’intervento Identità, territorio, soggetti. Le creatività culturali come occasioni di sviluppo, di Pasquale Martucci,riflette sull’importanza della responsabilità dei soggetti nella crescita e nello sviluppo, in quanto attori sul territorio degli strumenti di una cultura possibile.
Con l’intervento Il fenomeno contemporaneo dell’esodo dei giovani del Cilento visto in prospettiva storica: siamo protagonisti o vittime della nostra storia? Micheal Shano offre del Cilento, terra che ama e che ha deciso di rendere sua residenza, un punto di vista esterno. Raccomanda il rigore scientifico della ricerca storiografica e mette in evidenza il rischio della faziosità interpretativa per eccesso di amore per la propria terra.
Gli ultimi due interventi sono relazioni prodotte in occasione del convegno con cui nel 2022 a Torraca è stato presentato il precedente volume.
Emigrazioni, l’intervento di Francesco D’Episcopo, pone l’attenzione sullo spopolamento a cui la politica non ha offerto interventi arginanti ed elogia il culto del genio meridionale che deve essere sostenuto nella difficile scelta di restare, tratteggiando il sogno della funzione salvifica di un riscatto del Sud. In Emigranti e migranti Francesco Falci propone lo studio del proprio passato come sostegno alla presa di decisione della situazione attuale, e guarda all’immigrazione come complementare dell’emigrazione, affrontando il problema dell’accoglienza.
La continua riflessione e la ricerca sul tema dell’emigrazione nel Cilento, sul processo di spopolamento e sull’evento del ritorno, portate avanti dal Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura” e dall’ Associazione “Progetto Centola”, di cui è testimonianza il volume Cilento Terra Matrigna: emigrazione, spopolamento, diaspora dei giovani, pubblicato nel 2022, confluisce in questo anno 2023 nel nuovo volume “L’emigrazione nel Cilento tra diaspora e ritorno possibile”. Inoltre, il Gruppo ha organizzato il Premio artistico – letterario “L’identità del Cilento”, riservato ai giovani del Cilento, con la finalità di coinvolgere e motivare i giovani alla scoperta e alla valorizzazione delle radici e delle tradizioni del proprio paese, dei legami con il territorio e delle sue ricchezze storiche, artistiche e culturali. Il Bando del Premio “Identità del Cilento” può essere letto nella sua interezza cliccando sul link https://centolabeniculturali.it/bando
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