ARMIAMOCI E… ANDATE!!!
| di Federico MartinoPenso che tutti se la ricordano questa frase pronunciata da uno dei più grandi attori comici del passato. Le frasi celebri oggi tornano di moda e l’opinionista attento ed oculato sceglie sempre il momento opportuno per citarle o addirittura – come in questo caso – farne il titolo di un articolo, o, se preferite, delle considerazioni. Considerazioni fatte da un ultrasettuagenario nato sotto le bombe della Seconda Guerra Mondiale. Perché dico questo? Primo perchè ritengo che possa esistere una guerra giusta ed una ingiusta, ma mai un guerra buona ed una cattiva. Le guerre – e non ci sta bisogno che lo dico io – non sono buone, perchè causano morti e feriti, danni e distruzione, solitudine e fame. E quelli della mia generazione ne sanno qualcosa… Raramente, oggigiorno, una guerra viene combattuta da uno stato contro l’altro, come si faceva tanti anni fa. Le organizzazioni internazionali hanno internazionalizzato anche la guerra. L’ONU e di poi la NATO, devono decidere la strategia e gli interventi chiaramente di ordine bellico. Quando in uno stato a regime dittatoriale, che sopprime le istanze dei poveri ricorrendo alle armi, si arriva alla rivolta armata o all’esodo di massa verso altri paesi che hanno studiato ed applicano il concetto della parola “solidarietà”, significa che qualcosa non va. Un esempio pratico. Se in Italia il pane aumenta del cinquanta per cento, pochi ci faranno caso, ma se un rincaro del genere avviene in un paese, chiaramente povero, con un reddito medio di cinquanta euro al mese per famiglia, allora i problemi del capofamiglia diventano seri. In questo caso l’appetito diventa fame con la F maiuscola. Quando poi si scopre che il paese ha delle ricchezze, che diventano monopolio di uno solo, di una famiglia o di una casta privilegiata, il fenomeno diventa grave, ingiusto, condannabile dalla comunità internazionale. Ed ora tiriamo in ballo i mass media, Non faccio la scoperta dell’America se affermo che una parte è faziosa perchè asservita a questo o quel partito politico, a questa o quella coalizione o addirittura a questa o quella corrente di quel minuscolo partito che, se assieme ed unito non fa sentire la sua voce, diviso diventa addirittura ridicolo. Diceva Pappagone, un altro grande del nostro teatro che fu: “ Ma siamo vincoli o sparpagliati???” . Ci sono anche giornalisti ed uomini politici che prima attizzano il fuoco e poi protestano perchè arde troppo. Bisognerebbe, innanzitutto, dare voce e trasparenza ai depositi e conti correnti nei paradisi fiscali. Quando sento parlare di miliardi di euro mi viene la pelle d’oca e non mi si rizzano i capelli in testa per il semplice motivo che sono calvo. Con la mia pensione di impiegato statale non mi lamento, in particolare modo da quando il medico mi ha detto che devo mangiare di meno, perché posso comperare il pane ed il companatico in offerta sempre speciale al supermercato. Ma vedere gente a Lampedusa che chiede solo un tozzo di pane ed un giaciglio al coperto, mi viene un magone tremendo. Questo lo posso dire e capire perché io, nato nel ’41, ho sofferto la fame. Proprio per questo vorrei che sulla faccia della terra nessuno più avesse a soffrire per un tozzo di pane ed un bicchiere d’acqua di fonte pura. Ma ritorniamo agli ipocriti: a quelli, cioè, che predicano bene ma razzolano male. Quanti ce ne stanno. La guerra è giusta ma non si deve fare!!! C’è la diplomazia! E quando fallisce la diplomazia? E l’ONU allora che ci sta a fare? E gli Americani in Italia, cosa sono venuti a fare? Forse era meglio che non venivano. Qualche bontempone ha detto che noi vogliamo imporre la nostra democrazia. Perché la nostra democrazia non è migliore della loro e di tutte le altre dittature? Meditate, gente, meditate. Ma prima di farlo lasciate i vostri interessi, i vostri pregiudizi e il vostro asservimento politico e politicizzato nel cestino per la raccolta differenziata.
Catello Nastro
©Riproduzione riservata