L’evoluzione della musica d’autore: la caducità del vivere in “Che sarà” di Achille Lauro

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L’evoluzione della musica d’autore: la caducità del vivere in “Che sarà” di Achille Lauro

La musica d’autore dei nostri giorni non presenta  piu le caratteristiche dell’idealismo ideologico e del ribellismo tipici degli anni 70 tanto caro ai “cantautori” di allora.

Sostiene Ernst Bloch , scrittore e filosofo tedesco  teorico del “principio speranza”  che:” La natura utopica della musica è capace di risvegliare nei giovani la loro dimensione piu profonda non mera astrazione vuota.”

La “dimensione” che attraversano i testi degli odierni cantautori, trova la sua ragione nel “senso di solitudine” della “caducità del vivere” il  “senso di vuoto” che pervade il mondo giovanile. 

Nel brano “Che sarà “ il cantautore , Achille Lauro, nome d’arte di Lauro de Marinis nato a Verona l’11 luglio 1990, così si esprime: 

““No, non ho più vent’anni e so che questa è la vita mia

No, non lo so se mi ami, no, ma so che fine è la mia

Siamo angeli, già, con un Dio così grande che dà quel minuto di più

No, ho paura, mami, stringimi, non guardare giù

 

Che sarà, che sarà, che sarà

Siamo soli ma che sarà

Mi stringo a me come, come se fossi te

E non finisse mai, è così, è così

È così stare al mondo e no, non è qui

Non è mai stato qui, non è questo il posto per noi

 

Quei ragazzi a vent’anni che bruciano fiammiferi, sì

Noi, quelli là che a vent’anni da soli, nelle mani di chi?

Noi che moriamo soltanto perché “Sennò che vita è la mia?”

Noi che nasciamo quaggiù e non sappiamo cosa la vita sia

 

Che sarà, chе sarà, che sarà

Siamo soli ma che sarà

Mi stringo a me comе, come se fossi te

E non finisse mai, è così, è così

È così stare al mondo e no, non è qui

Non è mai stato qui, no non è questo il posto

 

Immagina com’è essere soli al mondo, no

A noi stanotte ci fa ridere e moriremo un giorno noi

Narana, narana, e moriremo un giorno noi

Narana, narana, e rideremo un giorno

 

Che sarà, che sarà, che sarà

Siamo soli ma che sarà

Mi stringo a me come, come se fossi te

E non finisse mai

Questo mondo, oscuro e pieno di dubbi  in cui siamo, per l’artista non è il posto giusto per le anime sensibili e pure. La solitudine che ci avvolge  potrebbe scomparire solo con un abbraccio dato al momento giusto e creare  un’oasi luminosa e ricca di serenità Noi non sappiamo d’altronde  fino in fondo, che cosa sia la vita e ci  sentiamo  fuori tempo e fuori posto. Per sfuggire alla solitudine, al vuoto incolmabile , ci dice Achille Lauro ,occorre stringere una persona che lo comprenda  :” come se fossi te e non finisse mai.” Trovare posto nel mondo e nella dolcezza di una anima simile a lui. Lauro ci invita ad amare oltre i corpi e oltre la materia , ci invita a superare le convenzioni sociali e approdare in uno “spazio” o meglio “dimensione” dove non ci sono mode , pregiudizi, etichette perche soli li troveremo il vero l”Amore”. Una spiritualità quella di Achille Lauro che ritroviamo nel grande filosofo Aldo Masullo, quando sostiene che:” :” Non tutti sanno che quando si parla di “Amore Platonico” non si parla affatto di amore senza corpo, ma di amore  che attraverso il corpo riesce a guardare un pò più lontano di ciò che comunemente riusciamo a vedere. Quindi l’amore diventa un cammino di sapienza che coinvolge l’essere umano nella sua interezza, mente, corpo, tutti insieme, passioni ed intelligenza.”

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