Enrico Gandolfini racconta la Camerota del passato
| di Raffaele GalatoLunedì 3 maggio, alle ore 18,00, al Lido del Poggio di Marina di Camerota, verrà presentato il nuovo libro scritto da Enrico Gandolfini, autore bresciano con robuste radici camerotane, dall’emblematico titolo “Quando gli ulivi scendevano a mare”.
Libro di racconti, di ricordi, di nostalgie, di paure. Libro di “mare”. Perché è il “mare” il vero, unico, grande protagonista che tiene insieme i sei bellissimi ed intensi racconti che narrano storie comunque e sempre legate a Marina di Camerota, ai suoi luoghi ed ai suoi abitanti, che l’autore mostra di aver amato nelle lunghe estati giovanili trascorse in queste terre e di ancora amare ed, in qualche modo, rimpiangere ora che, da lontano, vede gli scempi realizzati dagli uomini negli ultimi quarant’anni.
Libro di “mare” dicevamo. Quel mare che l’autore conosce molto bene e che è, da sempre, dispensatore di vita e di morte, di amori e di ansie, di sogni e malinconie. Mare che ha visto, e sempre vedrà, popolazioni e culture che a volte si incontrano e molto spesso si scontrano.
L’autore, maestro nel disegnare l’animo umano, dimostra, ancora una volta, tutta la sua sensibilità e maestria nella descrizione dei sentimenti dei protagonisti che rivivono in un misto di luci, ombre e foschie, apparendoci, secondo la diversa intensità della luminosità, presenti, perduti, irreali.
“Dietro ogni cosa, dietro ogni oggetto anche il più insignificante, c’è una storia, sempre;…magari banale, magari avventurosa, … chi lo sa!”.
Sei storie che l’autore ritrova rivolgendo lo sguardo verso cose apparentemente insignificanti del passato che, però, proiettano la mente ed il cuore verso ricordi ormai sopiti.
E, poi, quel suo scrivere a volte in prima altre in terza persona, quasi a voler, di volta in volta, entrare ed allontanarsi dalla storia simile al mare che gioca col bagnasciuga. Ancora il “mare”.
Grazie Enrico! Grazie per le emozioni che mi hai regalato nello scorrere il libro, che non sono riuscito a poggiare sul comodino se non dopo aver letto l‘ultima pagina. Grazie per aver risvegliato ricordi dispersi tra le ansie quotidiane.
E grazie ancora per aver ricordato una Marina che non c’è più, una Marina in cui “gli ulivi scendevano a mare”, sperando che le nostalgie suscitate ed i tuoi rimproveri servano a tutti noi, cittadini ed amministratori, per preservare quello che resta di quella splendida “perla”.
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