Lido Azzurro Agropoli, Ortolani: «Progettati gli interventi che dovrebbero “riparare” gli errori»

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Lido Azzurro Agropoli, Ortolani: «Progettati gli interventi che dovrebbero “riparare” gli errori»

«Su di un quotidiano locale leggo che il comune di Agropoli corre ai ripari per sistemare la situazione del Lido Azzurro. La piccola baia ad est del promontorio, ha subito non pochi disagi a seguito della creazione della barriera antierosione. Quest’ultima ha solo in parte protetto la costa, inoltre ha creato un accumulo di posidonia che ha sprigionato cattivi odori nell’aria». E’ quanto spiega Franco Ortolani, docente universitario alla Federico II di Napoli. Il costo dell’opera, per cercare di ripristinare la situazione lungo il litorale cilentano, si aggira attorno ai 300 mila euro. 

«E’ evidente che senza volere l’articolo sopra riportato sottolinea che l’opera realizzata con circa 4 milioni di euro ha peggiorato la situazione ambientale del Lido Azzurro balneabile – spiega il professore -. Il consolidamento di via Kennedy è garantito dalla protezione su pali e non dal “Porto Furbo”!  Gli studi propedeutici fatti su cui si è basata la progettazione del Porto Furbo o erano sbagliati oppure il progetto non ne ha tenuto conto: il danno ambientale che ne è conseguito è evidente.  Nessuno può negare che lo scrivente, fin dall’autunno 2014, avesse immediatamente avvisato l’Amministrazione che l’opera, la cui prima pietra era stata posata nell’ottobre 2014, avrebbe peggiorato l’assetto ambientale del Lido Azzurro. Nell’articolo c’è un errore “di battitura”: i due pennelli saranno perpendicolari e non paralleli alla linea di spiaggia».

«Circa il contenuto dell’affermazione dell’assessore si precisa che egli parla di posidonia e dimentica che nella zona protetta del porto furbo entrano sabbia e frammenti di posidonia e che gran parte della materia organica viene sepolta dai sedimenti come accaduto fino ad oggi» continua il docente. «I due nuovi varchi – spiega Ortolani – non modificheranno il ruolo di “nassa per i sedimenti e i frammenti di posidonia” che svolge il porto furbo. Modificherà solo la morfologia della zona di accumulo all’interno dell’area protetta. A quanto pare gli studi fatti eseguire per progettare questo secondo lotto non tengono conto che nella “baia artificiale” entrano sabbia e frammenti di posidonia (e non solo questi ultimi) e che dopo essere entrati si sedimentano rimanendo intrappolati, come accaduto fino ad oggi. Circa il ruolo dei due nuovi pennelli perpendicolari alla spiaggia si evidenzia che quello orientale (verso il Testene) potrà intercettare i sedimenti ghiaiosi ma non quelli costituiti dalla sabbia fine che continuerà ad entrare nella parte protetta insieme con i frammenti di posidonia. Il pennello occidentale (verso il promontorio) può avere il ruolo di deviare i sedimenti sabbiosi fini che invece di raggiungere la spiaggetta della Licina si potranno disperdere verso il centro. E’ strano che chi ha progettato gli interventi del secondo lotto non si sia reso conto che le nuove opere sembrano fatte apposta per decretare la “estinzione definitiva” della spiaggetta della Licina» conclude Ortolani.

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