«L’insostenibile leggerezza del Vallo di Diano»
| di Redazionedi Pasquale Sorrentino
Il 15 marzo 2020, sono decine i contagiati. Il virus sta entrando nelle case, la paura nella gente. Ci si rende conto che la Sanità campana non può reggere l’urto se dovesse arrivare lo tsunami come al Nord. De Luca lo sa bene e allora, giustamente, chiude tutto. Caggiano, Sala Consilina, Polla e Atena Lucana diventano zona rossa. A queste si aggiungerà Auletta. Arrivano i militari dell’esercito italiano, perché ancora si esce troppo e occorre un controllo ancor più ferreo. Non arrivano i tamponi ma mica si può avere tutto: è pur sempre il Vallo di Diano. Leggero come voti e come politici. L’ambulanza per effettuare i tamponi deve partire da Nocera, mica può essere “usata” in zona, troppo semplice.
In questo frangente si nota una disgregazione tra i comuni del Vallo di Diano. Un problema esistente già prima ma che con l’emergenza aumenta a dismisura. Basti pensare che i sindaci si incontrano solo l’8 marzo per parlare l’emergenza nel Vallo di Diano, unico incontro in Comunità montana. Poi ognuno per sé e il Covid per tutti. Finita l’emergenza e tralasciando i balletti politici sull’ospedale di Sant’Arsenio (uno delle tante liti sopite tra l’assessore regionale Corrado Matera e il presidente del Parco Tommaso Pellegrino, gli esponenti di spicco della politica comprensoriale) e cancellando alcune azioni vergognose da parte delle istituzioni locali, si arriva alla ripresa. Si arriva un nuovo momento che evidenza il Vallo di Diano sgretolato e isolato. Leggero come una piuma, sporca (non dimentichiamo che il Vallo di Diano è usato come cassonetto dalle criminalità organizzate).
Le zone rosse sono “servite” per bloccare il contagio, giustamente, ma senza avere nessun tipo di aiuto. Né sanitario (l’ospedale ha potuto contare su centinaia di migliaia di euro da parte dei privati e per i tamponi la situazione è stata anche peggiore), né economica. Già perché una rettifica notturna ha cancellato le zone rosse decretate per regione (non solo Vallo di Diano) dall’accesso ai 200 milioni di euro. Ora si sta promettendo battaglia e lotta. Stesse promesse fatte in passato. Il risultato, Vallo di Diano senza unione, senza un leader (basti pensare che non si riesce mai a individuare un candidato unico per qualsiasi tipo di elezione) e senza aiuto. L’insostenibile leggerezza. E l’insostenibile futuro.
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