«Lo Spumone Sanpantaleone», riscoperto ù gelato re na vota dal format “Noi siamo la montagna- 80 voglia di conoscerti”

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«Lo Spumone Sanpantaleone», riscoperto ù gelato re na vota dal format “Noi siamo la montagna- 80 voglia di conoscerti”

Siamo alla fine del 1800. Un giovane vallese di 16 anni, il bell’Antonio Ruocco lascia la sua amata Vallo della Lucania per recarsi nella grande città di Napoli e lì cercare fortuna, andare incontro all’ arte sopraffina della pasticceria aristocratica. Trova crianza e maestranza presso il famoso caffè storico Gambrinus in piazza Plebiscito dove una folla di nobili, intellettuali, imperatori, gran dame, ogni giorno sostano sugli eleganti divanetti di velluto e trine ad assaporare coviglie, cassate, caffè pannosi, torte, cornetti, sfogliatelle, cioccolate, tisane e l’inconfondibile spumone, gelato semifreddo che presto si diffuse in tutto quel territorio meridionale che aveva fatto parte fino al 1861 del regno delle due Sicilie.

Antonio Ruocco apprende in fretta tutte le ricette e nel frattempo s’innamora di un bella napoletana dalla quale avrà 17 figli. Rientra a Vallo con la sua sposina e apre il suo primo caffè bon ton nel palazzo Campanile di Vallo della Lucania dove oggi c’è la farmacia Pilerci che ancora conserva gli affreschi originali del luogo di rinfresco da passeggiata dei signorotti locali, davvero pochi all’epoca per tenere in piedi un’attività più da grande città che, da capoluogo cilentano non omogeneo nella ripartizione della ricchezza fra il popolo, prevalentemete dedito all’artigianato e alle attività agricole.

Antonio si sposta quindi in un chiosco più democratico poco lontano dalla grande fontana al centro della piazza dei portici. Intanto ha altri 14 figli con altre due mogli. U babbo è un babbo di 31 figli. La sua lava creativa di demiurgo e fecondatore di piaceri in ventre di donna e palati sopraffini di signori sarà trasmessa ad alcuni figli conosciuti poi come quelli della famiglia di “u biondo” che aprono un bar sotto i portici.

La tradizione dello spumone piace ai signori di Vallo che all’epoca potevano permettersi questa leccornia soprattutto durante la festa di San Pantaleone. Laura Cuozzo in due anni di ricerca è riuscita con l’ausilio del mastro chef Domenico Chirico, Number Two di Vallo della Lucania, a riprodurre la ricetta antica del vero gelato artigianale naturale lavorato a mano con ingredienti genuini, servito direttamente dalla cupola di ferro al piattino e cucchiaino, quasi un semifreddo resistente, dall’involucro duro di maschia protezione, ma dal cuore arrendevole, scioglievole e cremoso di femmineo piacere.

Tributo dunque a San Pantaleone, protettore di Vallo della Lucania che riporterà in auge questo antico dolce del centro cilentano d’importazione napoletana. Da luglio 2025 l’antico gelato sarà prenotabile in largo anticipo solo al Number two per tutta la comunità vallese e non solo, in ricordo del suo creatore U’ Babbo. Lo spumome sanpantaleone, gelato assoluto, è stato presentato dopo tre ore di performance in dialetto vallese a Palazzo di cultura dell’omonima cittadina nell’ ambito della seconda edizione di Salviamo il dialetto cilentano, il 28 febbraio. Ricetta e studio sono di proprietà del format volontariato “NOI SIAMO LA MONTAGNA – 80 voglia di conoscerti”, patrocinato da don Aniello Panzariello – Passo dopo Passo.

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