L’omicidio di Angelo Vassallo: 14 anni dopo tutto è cambiato. Nulla è cambiato
| di Luigi MartinoEra una tranquilla domenica sera di settembre quando Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, piccolo comune nel cuore del Cilento, fu brutalmente ucciso. Era il 5 settembre 2010, intorno alle dieci di sera, e Vassallo stava rientrando a casa a bordo della sua Audi A4. Il sindaco pescatore, come era affettuosamente chiamato per il suo legame con il mare e la sua comunità, venne fermato lungo la strada che lo separava dai suoi affetti più cari. Un gesto che lo colse di sorpresa, ma forse non di impreparato: Vassallo probabilmente conosceva i suoi assassini. Fu un attacco rapido e feroce. Uno o due uomini si avvicinarono al finestrino della sua auto e, da una distanza di appena 40 centimetri, esplosero nove colpi con una pistola calibro 9, sette dei quali colpirono il cuore, la testa e la gola di Vassallo, lasciandolo senza scampo.
A trovare il corpo fu il fratello, allertato dalla cognata che, preoccupata per il mancato ritorno a casa di Angelo, aveva chiesto aiuto. La scena che si presentò fu devastante: il sindaco giaceva senza vita nella sua auto, vittima di un’esecuzione che da subito richiamò alla mente dinamiche camorristiche.
Le prime indagini puntarono immediatamente in questa direzione. Il procuratore capo di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, parlò esplicitamente di una “esecuzione camorristica”. Tuttavia, la strada verso la verità si rivelò subito tortuosa. La scena del crimine venne contaminata da un continuo via vai di persone, i sospetti iniziali – alcuni legati all’Arma dei Carabinieri – furono in seguito prosciolti, e la pistola utilizzata nell’omicidio non fu mai ritrovata. Nessun testimone, nessuno che avesse udito gli spari: un silenzio inspiegabile avvolse il caso. Le dichiarazioni raccolte, spesso contraddittorie e piene di ombre, non portarono a conclusioni definitive.
Nonostante queste difficoltà, le indagini non si fermarono. Gli investigatori presero in considerazione varie piste: dal possibile intreccio tra criminalità organizzata e interessi economici nella regione cilentana, alla lotta di Vassallo contro lo spaccio di droga, fenomeno che lui stesso combatteva strenuamente per proteggere la sua terra. Il sindaco aveva più volte denunciato il pericolo che il territorio potesse diventare un centro di traffici illeciti, battendosi anche contro appalti sospetti e lavori mai eseguiti, come quelli delle cosiddette “strade fantasma”.
Nel luglio del 2022, a quasi 12 anni dall’omicidio, la Procura di Salerno annunciò una possibile svolta. Nove persone, tra cui un colonnello dei Carabinieri e un ex militare, furono indagate per omicidio e associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Vennero effettuate perquisizioni, ma come accaduto in precedenza, la notizia si spense rapidamente, senza ulteriori sviluppi.
Dal giorno dell’assassinio, l’eredità di Angelo Vassallo è rimasta viva grazie a numerose iniziative in sua memoria. In tutta Italia gli sono state intitolate strade, biblioteche e parchi. Suo fratello Dario, attraverso la fondazione “Angelo Vassallo Sindaco Pescatore”, porta avanti il messaggio politico e culturale lasciato da Angelo, continuando a lottare per la verità e la giustizia che sembrano ancora sfuggenti. Anche il mondo dell’arte ha voluto rendere omaggio a Vassallo. Nel 2016, Rai Fiction e Solaris Media hanno prodotto il film Il sindaco pescatore, con Sergio Castellitto nei panni di Angelo, trasmesso su RaiUno e accolto con grande emozione dal pubblico.
A distanza di 14 anni, il ricordo di Angelo Vassallo è ancora vivido nel cuore di chi lo ha conosciuto e amato. Ma la sua famiglia, così come la comunità che ha servito, non smette di chiedere giustizia. Un grido che riecheggia da troppo tempo, in attesa di una risposta definitiva. Da quel 5 settembre 2010, per il Cilento, tutto è cambiato. Da quel 5 settembre 2010, nel Cilento, nulla è cambiato.
©Riproduzione riservata