Vallo della Lucania: dissequestrata la clinica Cobellis
| di Biagio CafaroDissequestrata la clinica “Luigi Cobellis”. Dopo una settimana di sequestro per la clinica privata Cobellis, oggi, 5 luglio, Alfredo Greco, sostituto Procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania, ha comunicato alla dirigenza aziendale che la clinica poteva tornare a lavorare a pieno regime, notificando il dissequestro della struttura. Anna Maria Rossi dell’ARPAC di Salerno ha scritto una nota in cui si attesta che sono stati eseguite tutte le procedure previste dal Ministero della salute, compresi shock termico e bonifica, effettuati per contrastare il batterio della Legionella, che è stato causa della morte di una donna curata presso la clinica Cobellis. Secondo queste motivazioni e ascoltata anche la professoressa Maria Triassi, il sostituto Procuratore ha ritenuto non più sussistenti gli elementi di pericolo evidenziati dagli esami dei NAS e dell’ARPAC.
Soddisfatto Massimo Cobellis, soprattutto per la tempestività in cui sono state svolte le procedure atte al dissequestro della clinica della famiglia del capogruppo dell’UDC del consiglio regionale, Luigi Cobellis.
Cosa è successo. Ricordiamo che Il caso era nato nel mese di luglio del 2010 quando una donna, ricoverata presso la clinica Cobellis, è morta a causa della infezione da legionella, stando agli inquirenti. Già dopo la morte della signora erano stati effettuati i controlli dall’ARPAC che avevano confermato una grossa presenza del batterio. Lo scorso 7 giugno l’ARPAC ha effettuato nuovamente i controlli riscontrando valori superiori alla norma del batterio della Legionella.
5 persone indagate. Risultano essere indagate cinque persone: il direttore sanitario della clinica Cobellis Aldo Rescinito, l’amministratore unico della clinica Massimo Cobellis, i procuratori speciali della ZEP Italia s.r.l. responsabili del trattamento dell’acqua sanitaria della clinica Alessandro Brighenti e Marco Luigi Danieli e il direttore del dipartimento di prevenzione dell’ASL Salerno 3 Giuseppe di Fluri. Tutti e cinque sarebbero responsabili di negligenza nei confronti del sistema preventivo di contaminazione della rete idrica esponendo i pazienti e il personale della clinica al rischio di contagio del batterio della Legionella e della “Pseudomonas Aeruginosa”.
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