Mariana Duarte Santos ospite a Caselle in Pittari: «Nei miei murales identità, memoria e nostalgia»

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Mariana Duarte Santos ospite a Caselle in Pittari: «Nei miei murales identità, memoria e nostalgia»

I suoi lavori sono monumenti visivi dedicati a temi universali e profondamente intimi: nostalgia, memoria e identità. Con tratti precisi e un’attenzione meticolosa ai dettagli, trasforma pareti spesso anonime e di periferia in fotografie in bianco e nero che raccontano storie e risvegliano emozioni. A 28 anni, Mariana Duarte Santos, nata e cresciuta a Lisbona, è già una delle voci più promettenti nel mondo dell’arte murale. L’artista è ospite a Caselle in Pittari per il progetto Miniera, iniziativa di Incipit in collaborazione con il Comune di Caselle in Pittari e finanziato dall’Unione Europea.

La sua storia è quella di un talento precoce: a 16 anni ha mosso i primi passi nell’arte figurativa, e dal 2019 ha trovato la sua espressione più potente nei murales e nell’arte urbana in generale. Ha esposto i suoi lavori in Portogallo, Spagna, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Irlanda. Il suo stile figurativo trae ispirazione dalla memoria collettiva e dalle storie locali; intreccia riferimenti al cinema e alla letteratura e utilizza fotografie d’archivio per gli approfondimenti storici e culturali delle sue opere. Tra un colpo di pennello e un brano degli anni ’70, ci racconta il suo mondo artistico.

Mariana, com’è iniziato tutto?
L’arte è stata una compagna di vita da sempre. A 16 anni è arrivato il primo lavoro vero e proprio. Nel 2019 ho trovato anche nell’arte urbana la mia voce. C’è qualcosa di unico nel dipingere su una parete: è un dialogo diretto con lo spazio e con chi lo vive. Oggi mi divido tra la pittura su tela, più intima, e l’arte urbana.

Quali sono i temi centrali delle tue opere?
Principalmente identità, memoria, nostalgia.

E’ la prima volta in Italia?
La seconda volta, ho già lavorato in Sicilia.

Come nasce un tuo murale?
A Caselle in Pittari lavoro seguendo una routine rigorosa: dalle 7 del mattino alle 5 del pomeriggio. È un processo immersivo, quasi meditativo. La musica mi accompagna sempre: ascolto brani degli anni ’60, ’70 e ’80.

Qual è il tuo sogno più grande come artista?
Mi piacerebbe realizzare un murale dedicato ai Rolling Stones a Londra. Sarebbe un omaggio alla mia band del cuore ma soprattutto ad un gruppo che ha fatto la storia.

Ora sei ospite a Caselle in Pittari. Cosa puoi anticiparci del murale che stai realizzando?
Sto lavorando a un’opera che celebra l’identità di questo luogo. Voglio che chi vive qui si senta rappresentato.

Come vivi la realtà di Caselle in Pittari?
Molto bene, è un paese molto bello e accogliente, amo i paesaggi e adoro la cucina.

Cosa vedi nel tuo futuro artistico?
Voglio continuare a esplorare muri, città, storie. Continuare a fare quello che faccio.

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