Massaggi e sesso, 62enne a giudizio: possibile stop al processo per vizio procedurale

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Massaggi e sesso, 62enne a giudizio: possibile stop al processo per vizio procedurale

Il procedimento giudiziario a carico di una donna di 62 anni, accusata di sfruttamento della prostituzione nella gestione di un centro massaggi a Eboli, potrebbe subire un rallentamento significativo. Durante l’udienza preliminare presso il Tribunale di Salerno, la difesa, rappresentata dall’avvocato Raffaele Petrillo, ha sollevato un’eccezione procedurale legata alla mancata notifica dell’avviso di chiusura delle indagini preliminari.

Questa omissione, secondo la difesa, comprometterebbe il diritto dell’imputata e di un’altra persona coinvolta di esaminare gli atti raccolti dalla Procura e di presentare eventuali memorie difensive o richieste di interrogatorio prima di un possibile rinvio a giudizio. Il giudice per l’udienza preliminare ha dunque fissato una nuova udienza per il 24 marzo 2025, nella quale si stabilirà se accogliere l’istanza avanzata dalla difesa o proseguire con il procedimento.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno accusa la 62enne di aver gestito un centro massaggi che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato una copertura per attività di prostituzione. Le indagini avrebbero rivelato che una collaboratrice del centro, una donna di 50 anni, offriva prestazioni sessuali a pagamento su indicazione della presunta responsabile, con tariffe intorno ai 30 euro. Il centro, stando agli accertamenti, operava per tutto il giorno, con una maggiore affluenza nelle ore serali. Le forze dell’ordine sono intervenute il 2 agosto 2023, arrestando la 62enne con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, in violazione della Legge Merlin.

Se il giudice dovesse accogliere l’eccezione sollevata dalla difesa, il processo potrebbe essere annullato temporaneamente e rinviato alla fase delle indagini preliminari. Questo significherebbe la necessità di una nuova notifica dell’avviso di chiusura delle indagini, riaprendo così una fase cruciale dell’iter giudiziario.

La situazione resta delicata e potrebbe avere ripercussioni significative sul procedimento. Da un lato, la difesa mira a far valere i diritti dell’imputata e a sfruttare il vizio procedurale per ottenere un nuovo esame degli atti. Dall’altro, la Procura rimane ferma nella sua posizione, sostenendo la solidità delle prove raccolte contro la donna.

L’udienza del 24 marzo sarà decisiva per determinare il futuro del caso: il giudice dovrà valutare se procedere con il processo o riaprire la fase investigativa. Un passaggio fondamentale che potrebbe influenzare non solo il destino dell’imputata, ma anche l’intero corso della vicenda giudiziaria.

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