Maxi inchiesta sui diplomi falsi: oltre 500 persone a processo. Indagine partita dal Cilento
| di Luigi Martino
Un’indagine su larga scala ha portato alla luce un vasto sistema di falsificazione di titoli di studio, utilizzati per ottenere incarichi nel mondo della scuola, sia come docenti che come personale amministrativo. Il Tribunale di Salerno ha deciso di unificare i due procedimenti legati all’inchiesta avviata dalla Procura di Vallo della Lucania, con il processo che prenderà il via il prossimo ottobre.
L’indagine coinvolge più di 500 imputati, accusati di reati che spaziano dalla corruzione alla truffa aggravata, con un totale di circa 700 capi d’imputazione. Le indagini sono state avviate a seguito di una segnalazione da parte di un Ufficio Scolastico regionale, che aveva rilevato anomalie nelle procedure di assunzione di alcuni docenti nel 2018. Alcuni di essi avevano presentato titoli di studio mai registrati ufficialmente o mai esibiti in concorsi precedenti.
Secondo gli investigatori, sarebbero stati scoperti circa 400 diplomi falsificati, con firme apocrife e discrepanze evidenti tra i documenti e i registri ufficiali. L’attenzione degli inquirenti si è concentrata su un istituto paritario situato a San Marco di Castellabate, da cui sarebbero emersi numerosi certificati contraffatti. Tali documenti erano impiegati non solo per accedere ai ruoli da insegnante, ma anche per ottenere posizioni amministrative nelle scuole pubbliche.
Un danno milionario per lo Stato
Il dibattimento si sta svolgendo a Salerno per motivi di capienza, dato l’elevato numero di coinvolti. Durante la fase preliminare, il giudice per l’udienza preliminare ha prosciolto 37 persone e assolto altri due imputati, mentre 42 soggetti hanno scelto di patteggiare, con pene comprese tra 8 mesi e 2 anni.
Gli inquirenti hanno stimato che il sistema illecito abbia causato un danno alla pubblica amministrazione pari a circa 7,5 milioni di euro. Secondo l’accusa, il rilascio dei falsi diplomi avveniva dietro pagamento di somme variabili tra i 1.000 e i 4.000 euro. Una donna di Pagani, ad esempio, avrebbe ottenuto una supplenza grazie a un titolo di studio contraffatto, percependo uno stipendio di circa 40.000 euro. Successivamente, con gli stessi documenti, avrebbe ottenuto un incarico su posto di sostegno attraverso un concorso straordinario, ricevendo una retribuzione annuale di 23.000 euro.
Un altro caso emerso riguarda una donna residente in Friuli, che avrebbe ottenuto un posto come collaboratrice scolastica presentando due diplomi falsificati. Assunta tra il 2018 e il 2020, avrebbe percepito regolarmente lo stipendio fino a quando le irregolarità non sono emerse, portando al sequestro delle somme ricevute.
Le indagini hanno rilevato che alcuni imputati, grazie a questi documenti fraudolenti, erano riusciti a lavorare contemporaneamente in sei o sette scuole diverse nel giro di due anni. Tra i coinvolti, almeno 40 persone risiedono nell’Agro nocerino-sarnese, mentre gli altri provengono da diverse province della Campania e del Nord Italia. L’inchiesta prosegue per far luce su tutti i dettagli di questa vasta rete di irregolarità.
©Riproduzione riservata