Maxi truffa sul decreto Flussi, il Procuratore spiega il raggiro: «Ecco il meccanismo utilizzato»

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Maxi truffa sul decreto Flussi, il Procuratore spiega il raggiro: «Ecco il meccanismo utilizzato»

Un’indagine complessa e articolata ha portato alla luce una vasta organizzazione criminale dedita alla truffa del Decreto Flussi e del Click Day 2020, un meccanismo che avrebbe consentito l’ingresso irregolare di migliaia di immigrati in Italia attraverso falsi contratti di lavoro.

Già a luglio dello scorso anno, la Procura di Salerno, i carabinieri della Tutela del Lavoro e la guardia di Finanza avevano scoperto le prime anomalie: l’attestazione fittizia di rapporti lavorativi con aziende inesistenti o ignare, la dichiarazione di una dimora idonea per gli immigrati e la regolarità contributiva delle imprese coinvolte. Tuttavia, l’inchiesta ha svelato un fenomeno ben più ampio.

Secondo quanto dichiarato dal Procuratore Aggiunto Luigi Alberto Carnevale, molte aziende stanno scoprendo solo ora di aver assunto a loro insaputa centinaia di persone e stanno procedendo con le denunce. Solo una piccola parte delle imprese sarebbe stata complice della frode. “Abbiamo seguito il flusso del denaro”, ha evidenziato il Generale Luigi Carbone, comandante provinciale della Guardia di Finanza, facendo emergere un sistema ramificato di riciclaggio di denaro sporco.

Ieri mattina, gli inquirenti hanno individuato anche aziende realmente esistenti ma compiacenti, che prestavano il loro supporto all’organizzazione per portare avanti il raggiro. Gli immigrati, provenienti per lo più da Marocco e Bangladesh, affidavano i propri documenti agli intermediari della rete criminale, che li inserivano come assunti in ditte spesso inesistenti.

I numeri della frode 

Le prefetture, oberate dal lavoro e con tempistiche ristrette, avrebbero effettuato controlli sommari, permettendo l’ingresso in Italia di migliaia di stranieri. “Ad oggi, ne abbiamo individuati almeno 2.500”, ha chiarito il Procuratore Borrelli. Una volta ottenuto il permesso di soggiorno, anche in caso di perdita del lavoro, gli immigrati erano liberi di muoversi in tutta Europa.

Nel corso dell’indagine, sono stati eseguiti numerosi arresti: 13 persone sono finite in carcere, 24 ai domiciliari e 10 hanno ricevuto il divieto di esercitare attività imprenditoriali e professionali per 12 mesi.

I vertici dell’organizzazione 

A capo della rete criminale ci sarebbe Decimo Viola, 46enne di Rotondella (Matera), già arrestato lo scorso anno e fermato nuovamente ieri mattina. Viola avrebbe gestito una gang transnazionale strutturata in modo reticolare, con connessioni in più paesi.

Tra i principali indagati emergono anche i nomi di Catello Cascone, originario di Scafati, e alcuni suoi familiari, accusati di riciclaggio dei proventi illeciti attraverso false fatture. Inoltre, un ruolo chiave sarebbe stato svolto dall’avvocato ebolitano Gerardo Cembalo, residente a Salerno, indicato come referente di una delle cellule operative nel Salernitano.

Nell’ultima fase dell’indagine è stato indagato anche Raffaele Nappi, ritenuto il promotore della rete criminale smantellata ieri. Sia lui che Cembalo avrebbero favorito l’ingresso di immigrati bengalesi, incassando tra i 1.000 e i 5.000 euro per ogni istanza approvata.

Con l’avvicinarsi dell’esecuzione delle misure cautelari, il rischio di fuga all’estero degli indagati era elevato, motivo per cui le forze dell’ordine hanno deciso di intervenire prontamente con arresti e fermi.

Destinatari della misura degli arresti domiciliari: Raffaele Nappi, 64 anni di Capaccio; Armando Nappi, 32 anni di Capaccio; Michele Mele, 50 anni di Sala Consilina; Claudio Niro, 33 anni di Napoli; Angelo Casillo, 60 anni di Terzigno; Mario Stasi, 55 anni di Capaccio; Cosimo Greco, 61 anni di Campagna; Adelmo Attanasio, 67 anni di Campagna; Angelo Franco, 70 anni di Capaccio; Carmine Guarracino, 48 anni di Capaccio; Vincenzo Apicella, 67 anni di Eboli; Anna Trippa, 52 anni di Albanella; Luigi Russo, 52 anni di Nocera Superiore; Benedetto Di Martino, 40 anni di Castellammare di Stabia; Umberto Saponaro, 66 anni di Castellammare di Stabia; Francesco Solimene, 41 anni di Castellammare di Stabia; Karanbir Singh, 28 anni di Battipaglia; Mandeep Singh, 38 anni di Battipaglia; Kulwinder Kumar, 49 anni di Arzano; Mohammed Nur, 50 anni di Palma Campania; Samsul Alom, 51 anni di Orta di Atella; Jaman Suroj, 43 anni di Palma Campania; Aziz Kousi Bahi, 45 anni di Scafati; Mohamed Bilger, 44 anni di Palma Campania; Noor Alam, 43 anni di Palma Campania; Aziz Radu Abdul, 40 anni di San Giuseppe Vesuviano; Giuseppe Salvati, 55 anni di Poggiomarino; Nicola Salvati, 39 anni di Poggiomarino; Catello Cascone, 27 anni di Scafati; Decimo Viola, 48 anni di Rotondella; Gerardo Cembalo, 53 anni di Salerno; Gennaro Nappi, 65 anni di Corbara; Salvatore Nappi, 45 anni di Angri; Giuseppe Nappi, 35 anni di Scafati; Gaetano Pirozzi, 55 anni di Capaccio; Giuseppe Pirozzi, 52 anni di Capaccio.

Indagati: Abdefekader Chinoume, 55 anni di Eboli; Harun Shekh, 45 anni di Boscoreale; Pasquale Grimaldi, 44 anni di San Marzano sul Sarno; Vincenzo Conte, 75 anni di Altavilla Silentina; Cecilia Nappi, 37 anni di Angri; Giuseppe D’Arco, 54 anni di Pompei; Raffaele Coppola, 69 anni di Nocera Inferiore; Ciro Monti, 64 anni di San Marcellino; Hamid Elharrar, 60 anni di Teggiano; Nello di Gennaro, 66 anni di Torre Annunziata.

L’inchiesta prosegue per individuare eventuali altri complici e ramificazioni dell’organizzazione, mentre le autorità promettono di intensificare i controlli per evitare il ripetersi di simili frodi nel futuro.

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