«Mi dava fastidio il frullatore»: 41 coltellate per uccidere il padre, quella fatale all’aorta
| di Redazione«Il rumore del frullatore che stava utilizzando mio padre era insopportabile». Vincenzo Santimone confessa dinanzi al giudice durante l’interrogatorio che riguarda l’omicidio del padre, Riccardo (nella foto), ucciso con ben 41 coltellate nella loro abitazione del rione della Pace ad Eboli. L’autopsia condotta nell’obitorio dell’ospedale di Nocera ha rivelato che la ferita mortale è stata una pugnalata al torace, che ha reciso l’aorta.
Dopo l’omicidio, Vincenzo avrebbe infierito sulla salma del padre. Il medico legale Marina D’Aniello ha effettuato l’esame autoptico, confermando la gravità degli atti commessi. La salma è stata liberata. La cerimonia funebre si terrà domani mattina alle 9 nella chiesa di Santa Maria della Pietà.
Durante l’interrogatorio condotto dal giudice Giovanna Pacifico, Vincenzo ha confessato di aver pugnalato suo padre a causa del fastidio provocato dal rumore del frullatore. Assistito dall’avvocato Elena Criscuolo, l’omicida ha risposto alle domande del giudice, del pm Marinella Guglielmotti e del gip Pacifico. La confessione di Vincenzo ha svelato che non c’è stata alcuna lite in casa ma si è trattata di una reazione improvvisa.
La ricostruzione
Martedì sera, mentre suo padre preparava la cena, il rumore del frullatore ha scatenato il raptus di Vincenzo, che ha afferrato un coltello in cucina e ha attaccato suo padre. Dopo le prime pugnalate, Riccardo ha cercato di rifugiarsi nel bagno, ma Vincenzo lo ha inseguito, colpendolo ripetutamente.
Il figlio omicida ha concluso l’aggressione con un fendente mortale al torace, recidendo l’aorta, e una pugnalata alla testa. Dopo l’omicidio, Vincenzo ha chiamato il fratello, gli amici e infine i carabinieri.
Il 47enne non ha precedenti penali. L’indagato, licenziato dal lavoro nel dicembre scorso, ha trascorso gli ultimi mesi in isolamento, uscendo poco. L’avvocato Criscuolo prevede di presentare un’istanza di misura cautelare più lieve al Riesame, cercando di coinvolgere uno psichiatra per valutare la condizione mentale. Nel frattempo, Vincenzo Santimone è tornato in carcere, dove attende un’incerta detenzione o un possibile ricovero in un centro specializzato.
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