Morì dopo intervento al calcolo: cinque chirurghi alla sbarra per omicidio colposo

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Morì dopo intervento al calcolo: cinque chirurghi alla sbarra per omicidio colposo

Saranno i giudici del primo collegio della Prima Sezione Penale del Tribunale di Salerno, presieduti da Raffaella Caccavale, a decidere sulle presunte responsabilità di cinque medici dell’ospedale “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia, coinvolti nel decesso di Concetta Salvatore, 68 anni, di Calabritto. La donna perse la vita il 25 maggio dello scorso anno, dopo un intervento presso il presidio ospedaliero di via Fiorignano.

Il giudice per l’udienza preliminare, Marilena Albarano, ha accolto ieri la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero Simone Teti, che ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri di Battipaglia, sotto la guida del capitano Samuele Bileti.

I cinque medici del reparto di Chirurgia generale sono accusati di cooperazione nel delitto colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario. Secondo l’ipotesi dell’accusa, se i medici avessero agito in modo adeguato e tempestivo, la vita della donna sarebbe stata salvata. L’accusa si basa sulla consulenza del medico legale Gabriele Casaburi, che ha partecipato all’autopsia di Salvatore. All’epoca, i chirurghi non erano ancora formalmente indagati, motivo per cui non furono presenti all’esame.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, i medici, nonostante i segnali clinici e strumentali evidenti di una perforazione duodenale, decisero di optare per un trattamento conservativo, contravvenendo alle linee guida e alla letteratura medica. Questa scelta si sarebbe rivelata fatale, portando all’aggravamento della peritonite e, infine, al decesso della paziente per shock settico e collasso cardio-circolatorio irreversibile.

Concetta Salvatore era stata ricoverata per sottoporsi a una colangio-pancreatografia endoscopica retrograda (ERCP), un intervento invasivo necessario per rimuovere un calcolo che ostruiva le vie biliari. Sebbene esista un rischio minimo di perforazione durante la procedura, gli inquirenti sostengono che un intervento chirurgico tempestivo avrebbe potuto salvarle la vita. Tuttavia, l’operazione decisiva non è mai avvenuta. Nel pomeriggio del 25 maggio, la donna è stata trasferita in Rianimazione, dove è morta poco prima delle 19:00.

Nelle ore precedenti, Concetta Salvatore aveva inviato un selfie sorridente alla sua famiglia dal reparto di Chirurgia, ignara del destino tragico che l’attendeva. Quella sera, i dolori post-operatori si sono intensificati fino a portare al suo decesso il giorno successivo.

I familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Sandra Cardellicchio, hanno presentato denuncia ai carabinieri di Battipaglia, aprendo la strada all’inchiesta che ha portato al processo. I medici, difesi dagli avvocati Giovanni Giuliano, Lucio Basco, Rosamaria Landi, Luigi Amendola e Ciro Del Grosso, dovranno ora difendersi dalle accuse di negligenza e imperizia.

Il processo servirà a fare luce sulle responsabilità mediche e a determinare se un intervento più tempestivo avrebbe potuto evitare la tragica morte di Concetta Salvatore.

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