Morte Casalnuovo, maresciallo assolto: le motivazioni della sentenza
| di Redazionedi Pasquale Sorrentino
Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza Cassazione con la quale, lo scorso 30 settembre, ha respinto il ricorso presentato dalla famiglia di Massimo Casalnuovo, il giovane meccanico di Buonabitacolo deceduto in seguito alla caduta nei pressi di un posto di controllo dei carabinieri. Era l’agosto 2011. I familiari avevano presentato ricorso contro l’assoluzione del maresciallo Giovanni Cunsolo. Questi era stato assolto in primo grado, condannato in appello. Ma il secondo grado era stato “ripetuto” dopo il rinvio da parte della Cassazione e nell’appello bis era arrivata di nuovo l’assoluzione, poi “confermata” dalla Cassazione alla quale si erano rivolti i familiari di Massimo, morto a 23 anni.
Sono ventisei le pagine delle motivazioni e si concludono con il passaggio: «è evidente che la sentenza impugnata (l’assoluzione dell’appello bis – ndr) abbia fatto corretta applicazione del principio del ragionevole dubbio. Non è risultato possibile – si legge – ricostruire esattamente la dinamica del fatto e, soprattutto, la sua eziologia collegando la caduta e il decesso di Casalnuovo, con probabilità razionale pari alla certezza, al gesto contestato al militare».
Si tratta del presunto calcio che il maresciallo avrebbe dato allo scooter sul quale viaggiava il meccanico. «Si tratta di un gesto che una parte dell’istruttoria ha anche escluso, legando l’evento alla manovra di investimento del militare da parte del ragazzo e della perdita di controllo del ciclomotore, con conseguente caduta. Alla luce di quanto premesso i ricorsi vanno respinti, con conseguente condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali».
Nelle motivazioni la Cassazione ha anche spiegato che «La decisione finale non ha confermato la decisione di condanna inizialmente assunta in appello, ma quella di assoluzione di primo grado». Sono state evidenziate anche contraddizioni tra i testimoni che accusavano Cunsolo e la valenza della prova scientifica che non ha evidenziato alcuna azione del maresciallo.
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