Morte Mario Fusco, il fratello a Mattarella chiede verità sulla morte misteriosa

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Morte Mario Fusco, il fratello a Mattarella chiede verità sulla morte misteriosa

Una richiesta di aiuto, un grido di verità e giustizia che giunge direttamente al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. È il contenuto della lettera scritta da Marco Fusco, un giovane di 29 anni, che da quasi cinque anni lotta per far luce sulla misteriosa morte del fratello Mario, lo chef deceduto in Francia in circostanze mai chiarite.

La tragedia risale alla notte del 1° marzo 2020, quando Mario Fusco, anch’egli 29enne, rimase vittima di un incidente stradale nei pressi di Montpellier, mentre era alla guida di uno scooter Piaggio MP3. La sua vita si spezzò improvvisamente, lasciando dietro di sé una serie di interrogativi inquietanti che, ancora oggi, non hanno trovato risposta.

Secondo quanto riportato da Marco nella sua lettera, i dettagli dell’incidente appaiono poco chiari e contraddittori. Il corpo di Mario venne ritrovato solo il 9 marzo, a oltre una settimana dall’incidente, ai piedi di un cartello stradale, a 28 metri di distanza dal punto di impatto accertato sul guardrail. La dinamica, già di per sé anomala, si complica ulteriormente se si considera che lo scooter venne ritrovato incidentato, con il motore e i fari accesi e le chiavi ancora inserite, ma senza che nessuno avesse cercato immediatamente il proprietario.

Ad aggravare il mistero è anche il referto dell’autopsia, che evidenzia come le lesioni riportate dal corpo di Mario siano compatibili con un impatto di forte intensità con un veicolo a motore, mentre la vittima era in posizione eretta. Un dato che sembra smentire la ricostruzione ufficiale fornita dalla gendarmeria francese, che ha attribuito l’intera responsabilità dell’incidente a Mario stesso, sostenendo che avesse perso il controllo del mezzo da solo.

Le incongruenze, tuttavia, sono molteplici. Come sottolinea Marco Fusco, il casco di Mario è stato ritrovato slacciato e poggiato sulla sua testa in modo innaturale, mentre i suoi guanti giacevano misteriosamente accanto al corpo. Inoltre, il fatto che le telecamere di sorveglianza abbiano registrato tutto il percorso di Mario, tranne il tratto cruciale in prossimità dell’incidente, alimenta ulteriori dubbi.

Nonostante le ripetute richieste di chiarimenti, la famiglia Fusco non ha mai ottenuto risposte concrete. Marco racconta di essersi rivolto nel tempo a diverse istituzioni italiane, tra cui l’ex Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani e il Viceministro Edmondo Cirielli, ma senza risultati tangibili.

A peggiorare la situazione è stato anche il comportamento della magistratura francese: un incontro fissato per il 13 novembre 2024 tra il Consolato Italiano a Marsiglia e il Procuratore francese che segue il caso, è stato annullato senza spiegazioni da quest’ultimo, rifiutando di confrontarsi con le autorità italiane.

«Io scrivo a Lei, che è la più alta carica dello Stato Italiano, per essere concretamente sostenuto affinché si possa far luce su questa triste vicenda», implora Marco nella sua lettera a Mattarella. «Non sono alla ricerca forsennata di un colpevole, ma solo della verità».

Il dolore della famiglia Fusco è immenso. Cinque anni di attesa, di speranze deluse, di richieste inascoltate. Un genitore non dovrebbe mai piangere la morte di un figlio, e ancor meno dovrebbe essere costretto a lottare per sapere come sia avvenuta.

Marco conclude la sua lettera con un accorato appello: «Spero ancora che lo Stato Italiano si ricordi dei suoi cittadini e non li abbandoni». In un momento in cui la fiducia nelle istituzioni è messa a dura prova, la speranza della famiglia Fusco è che il Presidente della Repubblica possa finalmente dare loro quella risposta che attendono da troppo tempo.

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