Morti al Covid hospital di Agropoli, sindacato: «Nessuna responsabilità dei sanitari»
| di Redazionedi Antonio Vuolo
Molte polemiche, in questi giorni, sono sorte sull’ospedale centro Covid di Agropoli e su paventati eccessi di morti da Covid. «La cosa più brutta è che le esternazioni proferite da qualcuno si potrebbero interpretare nel senso che le morti occorse siano dovute a colpa medica o infermieristica. Su tale aspetto bisogna sgomberare il campo da ogni dubbio. La professionalità e la competenza di professionisti sanitari non può essere messa in dubbio. Siamo sicuri che gli Infermieri ed i Medici del Presidio di contrada Marrota hanno fatto tutto quello che era possibile per salvare vite umane».
Lo spiega Scotillo della FISI che denuncia «la spiegazione ad un alto numero di morti risiede solo ed esclusivamente nella mancanza di una idonea assistenza domiciliare alle persone che hanno contratto il virus e sono stati posti in quarantena domiciliare che hanno visto aggravate le loro condizioni cliniche, senza che nessuno instaurasse una terapia adatta, fino a quando non hanno avuto la polmonite bilaterale e dispnea. Infatti, più e più volte, la Asl ha pubblicizzato di non recarsi in Ospedale fino a quando, seppur positivo ed in presenza di febbre, la persona colpita dalla virosi non avesse avuto dispnea. Proprio questo fatto avrebbe potuto scatenare o aggravare una polmonite bilaterale diffusa e, come aggravante, la cosiddetta “C.I.D.” (coagulazione intravascolare disseminata) che inevitabilmente porta alla morte».
Disorganizzazione e mancata assistenza domiciliare che la FISI non ha lesinato nel denunciare alla magistratura napoletana ed alla Procura di Napoli, dove ha depositato un esposto per strage colposa nei confronti dei direttori generali delle Asl, del centro di crisi regionale e del presidente della giunta regionale, colpevoli di aver sottovalutato la situazione e di aver abbandonato i pazienti al loro domicilio impedendo loro una cura adeguata. «I medici, gli infermieri e gli Oss che curano ed assistono questi tipi di pazienti sono eroi che a rischio della loro vita giorno per giorno danno il massimo. Nessuno li tocchi, bisogna solo ringraziarli ed inchinarsi, chi ipotizza colpe si deve solo vergognare», chiude Scotillo.
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