Muore infermiera all’ospedale: 9 medici indagati

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Muore infermiera all’ospedale: 9 medici indagati

L’ospedale Santa Maria della Speranza di Battipaglia è al centro di un’indagine giudiziaria che ha coinvolto nove medici, sospettati di omicidio colposo in relazione alla morte di Andreina Pacifico, un’infermiera di 61 anni che lavorava nella Terapia Intensiva Neonatale (TIN). La vicenda ha scosso l’intera comunità medica, mentre le indagini della Procura di Salerno proseguono e potrebbero coinvolgere ulteriori operatori sanitari.

Il conferimento dell’incarico per l’autopsia sulla salma di Andreina avverrà mercoledì pomeriggio presso la Procura di Salerno, mentre l’operazione sarà eseguita nell’obitorio di Eboli, dopo il trasferimento del corpo da Roccadaspide. L’autopsia precederà i funerali, previsti per giovedì prossimo.

Un clima di tensione

L’atmosfera all’ospedale Santa Maria della Speranza è carica di tensione e tristezza. Non solo per la perdita di una collega stimata, ma anche per l’impatto delle indagini in corso. “Andreina era parte della nostra famiglia”, ha dichiarato un dipendente del Pronto Soccorso, visibilmente scosso. Messaggi di cordoglio si sono moltiplicati tra colleghi e conoscenti, mentre si attende con ansia l’esito delle indagini.

I magistrati della Procura di Salerno, Mafalda Daria Cioncada ed Elena Cosentino, stanno lavorando con grande intensità. Gli avvocati della famiglia Pacifico, Antonio Nobile e Ivan Raffaele Pacifico, hanno già ricevuto gli atti ufficiali e i medici indagati potranno nominare consulenti di fiducia per presenziare all’autopsia.

La catena di errori

L’indagine si concentra su quattro reparti ospedalieri: Pronto Soccorso, Medicina, Ortopedia e Rianimazione. Andreina Pacifico fu inizialmente visitata al Pronto Soccorso, dove le venne diagnosticata una disidratazione e fu dimessa. Tuttavia, la paziente presentava sin da subito sintomi più gravi, che nei giorni successivi si aggravarono, rivelando una possibile ischemia cerebrale. Dopo la dimissione, Andreina subì una frattura del femore in una caduta domestica e fu ricoverata nuovamente, questa volta in Ortopedia. Con il passare delle settimane, il suo stato di salute peggiorò fino al ricovero in Rianimazione, dove è rimasta per quasi due mesi prima di morire il 4 ottobre scorso.

Il nodo cruciale dell’inchiesta riguarda l’errore diagnostico iniziale. Andreina venne dimessa con una diagnosi di disidratazione, ma i sintomi successivi – vomito, vertigini e capogiri persistenti – lasciavano intendere un quadro clinico molto più complesso. La famiglia Pacifico aveva già presentato una denuncia il 20 agosto, segnalando irregolarità nei trattamenti ricevuti dalla paziente. I parenti hanno inoltre fornito video in cui si notano le gravi condizioni neurologiche di Andreina, per sostenere la loro tesi che la disidratazione fosse una diagnosi errata.

Le indagini

Secondo le prime ipotesi, una serie di errori medici commessi in diversi reparti potrebbe aver contribuito al tragico epilogo. Dopo la diagnosi sbagliata, la paziente fu trasferita più volte tra vari reparti, senza che venisse individuato immediatamente il problema ischemico. Solo l’intervento di un medico rianimatore riuscì a indirizzare l’equipe verso la diagnosi corretta, ma purtroppo era già troppo tardi per salvare la vita di Andreina.

Mentre si attende l’autopsia per chiarire ulteriormente le cause della morte, l’inchiesta continua a far luce su quanto accaduto, in un caso che potrebbe avere ripercussioni significative non solo per il personale medico coinvolto, ma per l’intero sistema sanitario della regione.

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