Date ascolto al “Grillo cantante”
| di Marianna ValloneAd appena un anno di distanza dall’esordio discografico Guido Maria Grillo, cantautore originario di Policastro, torna sulle scene con un nuovo disco: “Non è quasi mai quello che appare”.
Prodotto dalla AM productions di Bologna, quello che “appare” nella seconda prova in studio di Guido Maria Grillo è un perfetto intreccio di emozioni e musica: un album pregno di pathos, curato e ricco negli arrangiamenti e sensuale nelle sonorità. Stile e personalità si fondono nel “Grillo cantante”.
Quarantatré minuti di poesia e virtuosismi vocali (in cui lo stile di Guido si avvicina a quello dell’ex-cantante dei Timoria Francesco Renga) durante i quali, molto spesso, si ha la sensazione che la sola voce di Grillo sia uno strumento musicale perfetto, un’orchestra che si esprime a più elementi ma con un solo musicista intento a suonare. Probabilmente il cantautore cilentano è cosciente delle sue doti vocali e in alcuni momenti sembra quasi come voglia a tutti i costi rendere vive e presenti all’orecchio dell’ascoltatore queste sue qualità, forse ostentandole un po’ troppo.
Composto da dieci brani inediti (più l’omaggio a Fabrizio De Andrè, “Il sogno di Maria”), “Non è quasi mai quello che appare” è un viaggio tra suoni antichi e attuali (dal pianoforte ai synth, dall’uso degli archi a quello dei ritmi elettronici), è un raccontarsi e un raccontare, è una mescolanza, un’apertura, una voglia di sperimentare (come la voce filtrata stile Muse di “Preghiera” e “Finirà” o gli “strumenti” usati da Guido fra cui sono citati collanine, bottiglie d’acqua, cucchiai, ammennicoli, cassettiere in latta, carta), emozionare e mettersi a nudo, fra la poesia del cantautorato classico e i vortici della psichedelia.
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