Muti incanta tra i maestosi templi di Paestum
| di Luigi Martinodi Luigi Martino
E’ il maestoso tempio di Nettuno, illuminato con le tinte del rosso, nel parco archeologico di Paestum a fare da sfondo al concerto di Riccardo Muti per Palmira e la Siria, un ponte ideale di pace e di cultura. Muti dirige l’orchestra giovanile Luigi Cherubini e i musicisti della Syrian Expat Philarmonic Orchestra nella terza sinfonia in mi bemolle maggiore, ‘Eroica‘ di Ludwig van Beethoven. L’evento, sostenuto dalla Regione Campania con la Camera di Commercio di Salerno e il Ravenna Festival, è promosso e organizzato dalla società regionale campana Scabec in collaborazione con il Parco archeologico di Paestum e Velia e con il Comune di Capaccio.
“E’ il primo evento pubblico che si svolge in Campania ed è di grandissimo valore culturale e simbolico, per la pace, per ricordare la guerra in Siria, per rilanciare un messaggio di solidarietà, di pace al mondo intero”, sottolinea il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, mentre raggiunge il proprio posto in platea. “E’ anche un gemellaggio con Ravenna e con altre istituzioni culturali – aggiunge – nell’ambito di una programmazione più vasta della Regione Campania che toccherà tutte le province del nostro territorio. Siamo davvero felici. Sara’ uno spettacolo magico nella cornice dei templi dei Paestum. C’e’ un clima unico al mondo qui a Paestum”.
Per il concerto, già sold out da giorni sono stati venduti, in appena due ore, circa 800 biglietti. La platea è ridotta per via delle misure di sicurezza antiCovid. Ieri sera, la prova generale di Muti era aperta anche alle delegazioni di studenti meritevoli dei quattro conservatori della Campania, selezionati e accompagnati dai loro docenti. Quelli de Le Vie dell’Amicizia, da circa vent’anni, sono appuntamenti di pace e solidarietà nelle città simbolo del Mediterraneo e della civiltà europea, in luoghi troppo spesso feriti dalla guerra, dall’odio, da incomprensioni e conflitti secolari. Il concerto di stasera e’ nel ricordo di Hevrin Khalaf, giovane donna curda siriana, coraggiosa e libera, vittima di un barbaro agguato. Un concerto che sancisce ancor di più il gemellaggio tra Palmira in Siria, con i suoi templi mutilati dal terrorismo islamico, e Paestum, anche nel ricordo dell’archeologo Khaled Al-Asaad, per decenni direttore del sito siriano e vittima dell’Isis, a cui si era opposto a difesa della storia e dell’arte custodite in quel luogo.
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