Nasce il consorzio di tutela del fico bianco del Cilento per promuoverlo sui mercati internazionali
| di Luigi MartinoTutelare qualità e tradizione del fico bianco del Cilento dop, promuoverlo sui mercati nazionali ed esteri, ma anche farne un bene “immateriale” per attrarre i turisti e portarli a conoscerne la produzione direttamente sui territori. Sono gli obiettivi del Consorzio di tutela del Fico Bianco del Cilento Dop; la costituzione è avvenuta presso la sede del Consorzio in località San Pietro a Perdifumo. Ne fanno parte i fichicoltori Aderico Venuti, Angelo Venuti, Giovanna Guariglia, Angelo Guariglia, Carmela Pecora e Giuseppe Oricchio. Presidente è stato eletto Guido Ruocco; vice presidente Aderico Venuti.
“La costituzione del Consorzio – spiega il presidente di Coldiretti Ettore Bellelli – rappresenta un’interessante opportunità per le aziende e per il territorio. Insieme ai produttori e ai trasformatori/confezionatori lavoreremo per promuovere un prodotto di assoluta qualità e attrarre visitatori e appassionati. I consorzi sono fondamentali per tutelare, promuovere e informare i consumatori rispetto alla Dop che rappresentano. Per il Cilento è un momento storico: creare un consorzio di tutela significa dare qualità, fare sì che sia tutelato il prodotto e soprattutto che i produttori possano lavorare per nuovi progetti e per promuovere sempre di più un prodotto di eccellenza. Oggi, valorizzato e condiviso, il Fico Bianco del Cilento dop può diventare l’ambasciatore del Cilento”.
“Intensificheremo la tutela della produzione difendendo la denominazione di origine protetta in Italia e all’estero – fa eco il presidente Guido Ruocco – il fico bianco che è un prodotto unico al mondo oggi potrà finalmente contare su un Consorzio di tutela che ne certifichi la provenienza e ne tuteli la qualità”.
La denominazione di origine protetta D.O.P. “Fico Bianco del Cilento” fa riferimento alla cultivar Dottato; le piante da millenni hanno caratterizzato il paesaggio campano ed in particolare del Cilento. La loro introduzione è da attribuire ai coloni greci. Già Catone, e poi Varrone, raccontavano che i fichi essiccati erano comunemente utilizzati nel Cilento e nella Lucania come base alimentare della manodopera impiegata nei lavori dei campi. L’area di elezione è il Cilento, dalle colline litoranee di Agropoli fino al Bussento ai limiti meridionali della Campania. Sono 68 in totale i comuni della provincia di Salerno che fanno parte dell’area di produzione della D.O.P..
Attualmente, con oltre il 30% della produzione nazionale, la Campania è la regione italiana che vanta la maggiore produzione di fichi, 18.000 kg di prodotto certificato da Agroqualita su poco meno di 100 ettari diffusi su tutto il territorio ricompreso dal Disciplinare di Produzione.
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