Natale del Cilento tra tradizioni e sapori che scaldano il cuore

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Natale del Cilento tra tradizioni e sapori che scaldano il cuore

Nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, la magia del Natale si respira nei gesti, nei riti e nei suoni che raccontano l’autenticità di un territorio ricco di cultura e bellezza. Uno dei simboli più emozionanti dell’attesa del Natale cilentano è il suono delle zampogne. Questi strumenti, radicati nella tradizione pastorale in paesi come Cannalonga e Novi Velia accompagnano le festività con melodie che sembrano provenire da un tempo lontano. Gli zampognari, spesso con abiti tradizionali, percorrono le vie dei borghi, fermandosi davanti ai presepi e alle case, portando con sé un messaggio di pace e gioia natalizia. 

Il Cilento celebra il Natale anche con la tradizione sempre più frequente dei presepi viventi. Nei piccoli paesi, tra viuzze di pietra e piazzette illuminate dalle luci calde delle fiaccole, si ricreano le scene della Natività. Non semplici rappresentazioni ma spesso veri e propri spettacoli immersivi, dove gli abitanti si trasformano in pastori, artigiani e mercanti, riportando in vita antichi mestieri e sapori dimenticati. Affascinanti i presepi di Roscigno Vecchia, Monteforte Cilento e Montecorice per citarne alcuni. 

Il Natale nel Cilento è anche un viaggio nei sapori. Le tavole si riempiono di piatti della tradizione, tramandati di generazione in generazione. Tra le specialità più amate ci sono i struffoli, piccole palline di pasta fritta immerse nel miele, le zeppole e le crespelle, preparate con farina e patate, fritte e servite calde.

Anche i primi piatti raccontano la storia del territorio: la pasta fatta in casa, come i fusilli o i ravioli ripieni, viene condita con sughi ricchi e genuini. E poi c’è il pesce, protagonista della tradizionale cena della Vigilia, soprattutto il baccalà, spesso accompagnato dalle verdure tipiche del Cilento.

Ovunque, da Agropoli a Sapri passando per il Vallo di Diano e gli Alburni, il Natale è un momento di condivisione e appartenenza. Ogni borgo si illumina con decorazioni semplici e suggestive, spesso realizzate dagli abitanti stessi. Le chiese si riempiono di canti natalizi, e le processioni si snodano tra le strade, portando statue e simboli della fede.

Un momento cruciale, davvero rappresentativo del Natale cilentano, è l’accensione dei falò, focare o focarazze, la sera del 24 dicembre, una tradizione antica che si rinnova in molti paesi. I grandi fuochi, accesi nelle piazze e davanti le chiese, creano un’atmosfera di raccoglimento e festa. (foto di archivio)

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