Natura incontaminata e tesori culturali, Corleto Monforte è un gioiello da scoprire
| di Marianna ValloneI chilometri si dimenticano quando ci si inoltra nella strada statale 166 che conduce da Atena Lucana a Corleto Monforte: si risveglia la voglia di natura, da vivere sui sentieri, a un passo dal cielo. Le vallate che si alternano ai panorami mozzafiato, il ritmo che rallenta e si accorda a quello della natura meno contaminata, e poi il Passo della Sentinella, situato a 936 metri sul livello del mare.
Nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ci sono tantissimi gioielli che vale la pena visitare. Ma tra questi Corleto Monforte è uno dei più scenografici. Un borgo che sorge al cospetto di paesaggi naturali incantevoli e che mantiene intatte le antiche tradizioni. Il viaggio per raggiungerlo inizia proprio da Atena Lucana percorrendo la SS 166 degli Alburni. Oltrepassato il centro abitato di San Rufo, percorrendo la Valle del Ritorno, si incontra il cartello di benvenuto nel Comune di Corleto Monforte. Si continua a salire e poco più su ecco il Passo della Sentinella. il cui nome rievoca le sentinelle che presidiavano la zona per scovare gli eventuali invasori. Attraversata la folta pineta, improvvisamente si apre alla vista un paesaggio sconfinato, da far trattenere il fiato, e seguendo l’alternanza di valli e colline lo sguardo giunge fino all’azzurro del mare ed ancora oltre verso la Costiera Amalfitana, l’isola di Capri e i suoi Faraglioni. Sulla destra: l’altopiano dei Serroni, immensa distesa di pascolo, e più in alto la faggeta dell’esteso bosco di Corleto Monforte.
Più giù, sul versante ovest della catena montuosa degli Alburni, a 683 metri s.l.m. ecco il piccolo abitato. L’aria fresca e il paesaggio incontaminato lo rendono la meta ideale per tanti turisti in cerca di luoghi accoglienti. Il centro abitato, che sorge su di un costone roccioso abbracciato da due torrenti, per effetto dell’erosione dovuta al fluire delle acque, ha assunto la forma di una nave in partenza, con la prua rivolta verso la valle del Fasanella.
Il centro storico, che ha mantenuto nel tempo il fascino antico, è il vero gioiello di Corleto Monforte. Le viuzze che si snodano e si intrecciano fra di loro danno al paese un aspetto medievale, particolarmente apprezzato. Da visitare nel centro storico la Chiesa di Santa Barbara, sorta sul tempio della Dea Diana, la Chiesa di San Giovanni, la Cappella del Rosario, la Cappella della Selice e i ruderi della Chiesa di San Teodoro, di San Filippo e dello Spirito Santo.
Ma c’è un altro grande patrimonio: il paesaggio ambientale. Le innumerevoli piante di faggio secolari ad alto fusto ed il raro abete bianco sono il fiore all’occhiello. Merita il Museo Naturalistico, unico nel suo genere in tutto il meridione. Sono esposti numerosissimi esemplari, alcuni dei quali rarissimi: la collezione entomologica comprende 20.000 esemplari, ricche collezioni di crostacei e riproduzioni sintetiche a grandezza naturale dei rettili e degli anfibi d’Italia. Si possono ammirare anche una collezione di mammiferi italiani, tutti gli uccelli e l’avifauna d’Europa.
A rendere interessante Corleto Monforte anche i tanti altopiani e piccoli bacini, che terminano in diversi inghiottitoi, creando un paesaggio particolarmente affascinante, meta ideale anche per speleologi. Ma Corleto è anche produzioni d’eccellenza, come quella del caciocavallo podolico, di nicchia, una tradizione che gli anziani maestri casari tramandano alle nuove generazioni. Spazio alle castagne, al miele, all’olio extravergine di oliva e all’aglio orsino, da assaporare anche durante la festa del caciocavallo podolico e delle transumanza che si svolge ogni anno d’estate.
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