Convegno paesaggi: capirne il senso per non violentarli
| di Marisa Russo
Si è svolto a Castellabate in Villa Matarazzo un interessante Convegno organizzato dalla neoassociazione “Culture ed Opere” il cui nome evidenzia l’obiettivo di collegare la cultura all‘azione, come ha sottolineato nell’introduzione il Presidente Domenico Di Luccia, ovvero commemorando Mazzini, Pensiero ed Azione, collegamento, credo, presupposto di ogni vera cultura mai fine a se stessa, ma forse voluto, in questo caso, in modo immediato. Nella sala gremita si sono susseguiti interventi interessanti come quello dell’Architetto Massimo Olivieri, elegante nell’abbigliamento e nel suo eloquiare sull’importanza del Paesaggio come risultato di incastro tra Natura, manufatti strutturali e stili di vita degli abitanti. L’identità di un luogo si realizza -ha affermato- nell’armonia del tutto, per similitudine, o in una forte contrapposizione studiata, non casuale, che la evidenzia per contrappunto. Uno studio ed una progettualità dei luoghi -dichiara l’architetto amante dei forti cromatismi- è inevitabile quindi per un preventivo piano di lavoro anche con la sovrintendenza ai beni culturali. Citando anche affermazioni dello stimato professore, filosofo Aldo Masullo assente, forte la critica a questa società che non forma e non ascolta uomini con il coraggio di vivere ed affermare le legittime passioni, quali interessi e credi che determinano una qualità di vita migliore in tutti i suoi aspetti. Il Paesaggio nella sua totalità va recepito anche con tutte le emozioni sensoriali, di tutti e cinque i sensi, in una recezione ampia alla quale ogni cittadino dovrebbe essere educato ed a cui coloro che hanno il compito ed il potere di controllo dovrebbero essere attenti. Colonna sonora in questa antica Villa purtroppo non le onde del vicino mare, il fruscio delle foglie circondanti o il cinquettio degli uccelli superstiti, ma violenti suoni di cellulari accesi!!! All’architetto Artista ha fatto seguito nella scaletta degli interventi l’Architetto Fausto Martino della Sovrintendenza per i Beni Culturali che, per il suo stesso ruolo sempre più a rischio di emarginazione -come ha dichiarato-, con vigore e precisione ha discusso sulla recente legge del Piano casa, di difficile applicazione da parte dei cittadini per le troppe incombenze ed oneri finanziari previsti, ma che comunque rischia di creare brutture, quali prolificazioni di appendici cancerogene, e di originare strane interpretazioni da parte di alcuni amministratori locali, come è già avvenuto in qualche caso!! Il Professore Giovanni Russo dell’Università Partenope di Napoli, che affascinato già da ragazzo dai fondi marini è riuscito a fare della sua passione giovanile una impegnata professione, ha evidenziato l’importanza del Paesaggio subacqueo dei nostri Mari, poco conosciuto, con ancora poche leggi di controllo, eppure non solo stupendo, ma esplicativo anche di comportamenti umani e, contemporaneamente, condizionante la vita degli stessi con inquinamenti, con difficoltà per la pesca, per corrosioni delle coste ed altro. Ha concluso il Direttore dell’Ente Parco Nazionale del Cilento e V.di D. che ha, non solo annunciato la conclusione della realizzazione del Piano Parco, ma anche la candidatura dello stesso come Geoparco, per l’originalità in particolare delle grotte carsiche e la loro bellezza, attrattiva conseguenziale anche di importante Turismo Naturalistico. Un altro importante riconoscimento al quale aspira con buone speranze questo Parco. Alcune belle fotografie di Dario di Sessa hanno sottolineato, con la forza silente delle immagini, il valore estetico e l’importanza del rispetto della Natura che, a volte, esce dalle regole imposte dall’uomo con prepotenza. Eloquente in particolare la foto di un mare turbolento, straripante, spumeggiante sul lungomare, stupenda espressione fotografica di forza e di monito. In questo difficile ma attraente territorio la “formazione”, auspichiamo, dovrà avere un ruolo fondamentale per non violentarne l’identità realizzatasi con dinamismo, in una stratificazione di culture affascinanti, tra profano e sacro, tra vocazione agricola e stanziamento del monachesimo basiliano prima e benedettino poi, per i quali era essenziale la forma quale espressione di contenuto, che diviene simbolo ed il cui studio ed applicazione sono attualmente troppo trascurati. Una realtà che l’epoca contemporanea, superficiale e distratta da richiami di disvalori, rischia di deturpare.
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