‘Nell’inferno della camorra di Ponticelli’, presentato a Camerota il libro di Luciana Esposito
| di RedazioneIl coraggio e la lotta di Luciana Esposito, giornalista e direttrice del giornale online Napolitan.it, raccontato nel libro “Nell’inferno della camorra di Ponticelli” (Iod edizioni), presentato ieri pomeriggio a Camerota, a Palazzo Santa Maria, nell’ambito di Liber Fest, la rassegna di libri voluta dalla Fondazione Crea Meeting del Mare e dal Comune di Camerota.
La giornalista racconta Ponticelli, uno dei quartieri geograficamente più estesi e densamente popolati della città di Napoli che accoglie dozzine di rioni di edilizia popolare, dove la camorra impone con forza e costanza la sua presenza.
“Nell’inferno della camorra di Ponticelli – Napolitan” con la preziosa prefazione di don Antonio Colucci, narra le prime cinque storie vere, incentrate sulle gesta dei boss che hanno più marcato la scena camorristica ponticellese e che si alternano alla tutt’altro che scontata normalità di “eroi buoni”: persone oneste, costrette a subire la furia cieca ed illogica della malavita. Ma anche “eroi cattivi” che hanno avuto il coraggio di voltare le spalle alla camorra, scrivendo un finale diverso da quel copione che condanna alla morte violenta o al carcere le vite di chi si lascia ispirare dalle logiche criminali.
Alla presentazione sono intervenuti don Gianni Citro, presidente della Fondazione Crea Meeting del Mare, e Giangaetano Petrillo, vicesindaco di Camerota. Ha discusso con l’autrice l’avvocato Maura Ciociano.
«Poter ospitare Luciana Esposito a Liber Fest è stato un grande privilegio per tutti noi e per la comunità di Liber Fest. – ha sottolineato Maura Ciociano – Luciana è per me una eroina contemporanea, con il suo lavoro di ricerca e di inchiesta, combatte contro la camorra, risolve delle inchieste prima ancora degli inquirenti e ribalta la realtà, facendosi portatrice di istanze di legalità e giustizia a Ponticelli, nella periferia est di Napoli, dove molti giovani sognano un mondo migliore».
«Nascere in un territorio disagiato e percorso da diverse criticità non è di per sé già semplice. Nascere e crescere in un contesto in cui quotidianamente ci si confronta e ci si confonde con un’organizzazione criminale e malavitosa, alle volte diventa nauseante, asfissiante e sconfortante. L’unica speranza per una comunità è che non tutti vi si arrendano e sopperiscano alle sirene seducenti dell’omertà e del fascino criminale, che educa all’ottenere tutto ciò che si vuole, infrangendo la legge e senza alcun sacrificio; anzi, dove l’unico sacrificio considerato è l’onore e la propria vita. Dunque, l’unica speranza è che vi siano delle persone, dei cittadini, che al richiamo ammaliante della criminalità reagiscono d’astuzia e di coraggio, turandosi con della cera le orecchie come Ulisse con le Sirene; legando dunque la propria speranza e quella di una comunità intera all’albero maestro dello Stato e della legalità. Questa è, in poche righe, la descrizione della vicenda umana, personale e professionale di Luciana Esposito, che è stata nostra ospite con il suo primo libro “Nell’inferno della camorra di Ponticelli”, per l’ottavo appuntamento di “Liber Fest: libri per un pensiero libero”. La metafora di Ulisse non è scelta a caso, perché la mafia e l’educazione criminale va combattuta con la cultura della legalità, con la cultura della speranza e della fiducia in uno Stato che ha tutta l’opportunità per potersi organizzare e vincere questa guerra che ha mietuto, e continua a mietere, troppe innocenti vittime. Perché se la lotta alla criminalità organizzata è tutt’oggi molto difficile, è solo ed esclusivamente perché la criminalità è organizzata ma noi ancora no», è stato l’intervento del vicesindaco Petrillo. (Per le foto si ringrazia Gioacchino Cavaliere – Licusati Live)
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