Notte gelida e disagi all’ospedale di Eboli: pazienti costretti al freddo per un guasto ai condizionatori
| di RedazioneNotte da incubo per i pazienti del reparto di Medicina dell’ospedale di Eboli. I termosifoni sono stati spenti perché ritenuti eccessivamente caldi, ma i condizionatori, che avrebbero dovuto riscaldare l’ambiente, si sono guastati proprio nella notte più fredda del nuovo anno. Un mix di disagi che ha lasciato i degenti a tremare, mentre il personale cercava di gestire l’emergenza.
«Stiamo sistemando tutto», hanno assicurato i manutentori, impegnati per ore a identificare il problema e a trovare una soluzione. Nel frattempo, sui social è esplosa la protesta: «Siamo qui per essere curati, non per rischiare la vita», ha commentato un paziente affetto da polmonite.
Il guasto e le testimonianze
L’inconveniente è nato da una richiesta iniziale dei pazienti stessi: «Faceva troppo caldo», raccontano dal reparto, «così abbiamo spento i termosifoni e acceso i condizionatori». Tuttavia, i nuovi apparecchi hanno smesso di funzionare proprio nel momento del bisogno. Né il cambio delle pile nei telecomandi né i tentativi di riavvio hanno risolto il problema.
I pazienti, lasciati senza riscaldamento, hanno cercato di arrangiarsi come potevano: coperte recuperate dagli armadi, cappelli di lana e tanto malumore. «Infermiera, si muore di freddo», è stato il grido di aiuto che ha riecheggiato per tutta la notte.
Il caos del trasferimento reparti
A complicare la situazione, i lavori di riorganizzazione dei reparti. L’Ortopedia è destinata a trasferirsi in Oculistica e viceversa, ma il cambiamento ha creato disagi logistici. «Mia nonna è stata trasferita a Battipaglia per mancanza di posti», ha denunciato una donna in fila al ticket.
La riorganizzazione dovrebbe essere completata a breve, ma intanto l’assenza di coordinamento e le problematiche tecniche hanno messo in evidenza le criticità della struttura ospedaliera.
Speranze per una notte migliore
Con un’altra notte fredda all’orizzonte, i pazienti e il personale sperano che i condizionatori riprendano a funzionare. «Basta un bip, un segno di vita», commenta un infermiere con un pizzico di ironia. Nel frattempo, tutti si augurano che i disagi finiscano presto, restituendo serenità a un reparto già messo a dura prova.
L’episodio ha acceso i riflettori sulle condizioni delle strutture sanitarie locali, sollevando interrogativi sulla gestione delle emergenze e sulla necessità di interventi strutturali per garantire il benessere dei pazienti.
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