Oasi Testene Agropoli, uccisa Trombetta. Scotti: «Lo show finisce qui»

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Oasi Testene Agropoli, uccisa Trombetta. Scotti: «Lo show finisce qui»

Il Testene perde la sua ultima femmina di germano reale. Trombetta, così era stata chiamata, aveva quattro anni e aveva regalato sorrisi a migliaia di bambini. Ora non c’è più.

A dare la notizia, con parole intrise di amarezza e dolore, è Gerardo Scotti, guardiano dell’area naturalistica del Testene e presidente dell’associazione ambientalista Genesi. Il suo messaggio è un grido di sconforto, una resa amara davanti a una battaglia combattuta per anni contro l’indifferenza e il degrado.

“Questa settimana ne sono stati ammazzati due. Peccato. Qui la bancarella è chiusa. Per me stanotte è stata una nottata infinita e buia” scrive Scotti, raccontando l’angoscia di una notte passata a cercare i tre piccoli pulcini di Trombetta, che la madre nascondeva gelosamente nella vegetazione. “Ieri li ho cercati ovunque per ore e oggi tornerò a cercarli”.

Le sue parole lasciano trasparire la stanchezza di una lotta solitaria: “Pochi possono capire la mole di lavoro che ho fatto per cercare di mantenere questa realtà viva. Stanotte dovevo scrivere una seconda lettera di criticità del progetto e chiedere che, anche per ragioni di sicurezza, gli animali vengano spostati in un altro parco che non sia questo paese che affonda”.

Ma quella lettera non è stata scritta. Davanti a lui un foglio bianco, simbolo di un impegno che sembra destinato a spegnersi. “Rinunciare è veramente dura. Ho tenuto duro fino all’ultimo e ne ho presi paccaruni e cazzotti. Qui prima c’erano decine di volontari e soci della Genesi. Oggi sono solo e non sono più in grado di garantire a queste anime di andare avanti”.

L’amarezza diventa una sentenza definitiva: “Ho esaurito ogni risorsa fisica e materiale. È meglio che nel Testene torni tutto come era stato per cinquanta anni. Merda, monnezza e topi. Grazie a tutti quelli che ci avevano creduto. Vi chiedo scusa di non essere stato capace. Lo show finisce qua”.

Una chiusura che suona come una resa, ma che è anche un drammatico appello: la natura chiede rispetto, gli animali chiedono protezione, e chi lotta per loro non può essere lasciato solo.

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