Omicidio Marzia Capezzuti: giudice manda alla sbarra i coniugi accusati di tortura e omicidio

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Omicidio Marzia Capezzuti: giudice manda alla sbarra i coniugi accusati di tortura e omicidio

Si è aperto ieri il processo ai coniugi Mariabarbara Vacchiano e Damiano Noschese, entrambi accusati di avere perpetrato «indicibili torture» culminate nell’omicidio a Pontecagnano della 29enne Marzia Capezzuti proveniente da Milano. L’udienza preliminare è stata presieduta da Giovanna Pacifico, giudice del Tribunale di Salerno, che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal procuratore Licia Vivaldi.

Il prossimo mese, Vacchiano e Noschese – come riporta La Città di Salerno – dovranno comparire dinanzi alla Corte d’Assise di Salerno, presieduta dal giudice Vincenzo Ferrara, affiancato da Gabriella Passaro. Prima di tale data, le parti coinvolte dovranno depositare le rispettive liste di testimoni.

Il processo si preannuncia complesso, con numerosi attori coinvolti: oltre agli imputati e ai loro difensori, tra cui Giuseppe Russo e Luigi Capaldo, ci saranno numerosi rappresentanti delle parti offese. L’istruttoria sarà arricchita dalla presenza di illustri avvocati come Nicodemo Gentile, Carmela Landi e Antonio Cozza, che rappresenteranno rispettivamente il padre, la madre e la sorella della vittima.

Durante l’udienza preliminare, il giudice – come si legge su La Città di Salerno – ha ammesso le istanze di costituzione delle parti civili, tra cui il Comune di Pontecagnano Faiano, la Fondazione Polis della Regione Campania, l’associazione “Spaziodonna” di Salerno e “Al posto tuo” di Torino. Questi enti affiancheranno gli avvocati della famiglia Capezzuti.

Un ruolo cruciale sarà affidato a Marco Cicoria, perito trascrittore della “Dike”, incaricato di redigere la trascrizione integrale delle numerose intercettazioni telefoniche raccolte dai carabinieri durante le indagini.

Le accuse pesanti contro Vacchiano e Noschese – come riporta La Città di Salerno – includono maltrattamenti, tortura, sequestro di persona, indebito utilizzo di carta di credito, omicidio premeditato e occultamento di cadavere. Le circostanze aggravanti sono molteplici, tra cui l’aver agito davanti al figlio di sette anni, la crudeltà dimostrata e l’ostacolo alla difesa della vittima.

Il processo si concentrerà su prove concrete, inclusi dettagli forniti dalle intercettazioni telefoniche, e si prevede un lungo cammino giudiziario alla ricerca della verità su questo tragico evento.

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