Omicidio Nowak, dall’audio di una telecamera le «urla strazianti» di una donna
| di Luigi MartinoUn nuovo elemento emerge dalle indagini e aggiunge un dettaglio inquietante all’omicidio di Silvia Nowak, la 53enne tedesca uccisa e bruciata in una pineta a Ogliastro Marina, frazione di Castellabate, nel Cilento: alle 16, 11 minuti e 56 secondi del 15 ottobre scorso, giorno della scomparsa, le telecamere di videosorveglianza di una proprietà privata adiacente la villetta dove la vittima viveva, hanno registrato «l’urlo straziante» di una donna. Dopo 24 secondi, il grido si ripete. Per i magistrati di Vallo della Lucania, si tratterebbe della voce di Silvia.
Sarebbe dunque stato un elemento fondamentale, insieme alle tracce ematiche rinvenute su un paletto, a portare all’arresto di Kai Dausel, il compagno 62enne di Silvia. Domani giovedì l’udienza di convalida del fermo. L’uomo è accusato dell’omicidio aggravato e distruzione di cadavere.
Il corpo della donna è stato ritrovato semi-carbonizzato il 18 ottobre scorso in un bosco vicino alla loro abitazione. Secondo la Procura di Vallo della Lucania, Dausel avrebbe colpito Silvia con un oggetto contundente, tentando poi di eliminare le tracce bruciando il cadavere e simulando un allontanamento volontario.
La ricostruzione dei fatti
Le indagini collocano l’omicidio nel pomeriggio del 15 ottobre, tra le 16 e le 17.30. In quel lasso di tempo, le telecamere hanno ripreso Dausel mentre usciva con il motorino per chiedere aiuto a un ristoratore. Tuttavia, gli investigatori sospettano che abbia sfruttato quel breve intervallo per raggiungere Silvia nella pineta vicino alla loro villetta, dove l’avrebbe uccisa prima di tentare di distruggere il corpo con il fuoco.
Le immagini mostrano il 62enne uscire dalla villetta per due volte, senza farvi ritorno. Gli inquirenti ipotizzano che sia rientrato utilizzando un passaggio alternativo: una recinzione laterale sulla quale è stata trovata una traccia di sangue riconducibile alla vittima.
Un elemento cruciale dell’inchiesta è un audio registrato poco prima del delitto: nella conversazione si sente Silvia, in strada con un guinzaglio e una ciotola, parlare con il compagno. Le sue risposte lasciano intendere che i due si fossero dati appuntamento nella pineta, forse per occuparsi di un cane.
Le indagini sul movente
Resta oscuro il motivo che avrebbe spinto l’uomo a compiere un gesto così estremo. Il procuratore facente funzioni, Antonio Cantarella, non esclude che si tratti di un “atto d’impeto”, come suggerirebbero alcune dichiarazioni dello stesso Dausel: “Non sempre serve un motivo per uccidere”.
Tuttavia, gli investigatori stanno vagliando altre ipotesi. La relazione tra i due era diventata tesa negli ultimi mesi e si indaga su possibili motivazioni economiche. Nella casa della coppia sono stati rinvenuti 6mila euro in contanti, mentre sarebbero spariti altri 30mila euro, circostanza che potrebbe aver acceso uno scontro tra i due.
La difesa dell’accusato
Felice Carbone, avvocato di Kai Dausel, respinge le accuse. “Il mio assistito non aveva alcun motivo per uccidere Silvia. Non aveva interessi economici legati alla sua morte, né figurava nell’asse ereditario”, ha dichiarato il legale, sottolineando come tra i due fosse cessata ogni intimità di coppia.
Il difensore ha inoltre riferito che sono in corso verifiche sul passato di Dausel, già sospettato di un omicidio volontario in Germania nel 1999. Un’ombra che, se confermata, potrebbe complicare ulteriormente la sua posizione.
L’ultimo saluto a Silvia
I funerali di Silvia Nowak si sono svolti il 30 novembre a Napoli, in forma privata. Alla cerimonia erano presenti la sorella e pochi familiari stretti. Assente, invece, Kai Dausel. La donna è stata sepolta nel capoluogo campano, dove i suoi cari hanno potuto renderle omaggio lontano dai riflettori.
Mentre la comunità di Ogliastro Marina resta scossa da questa tragedia, l’udienza di giovedì sarà un primo passo per chiarire le responsabilità di un caso che ha sconvolto l’intero Cilento.
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