Omicidio Nowak, svelato il vero nome del compagno: accusato già di un omicidio
| di Luigi MartinoUna conferenza stampa cruciale si è tenuta questa mattina presso il Tribunale di Vallo della Lucania per fare il punto sulle indagini relative al femminicidio di Silvia Nowak, la donna di origine tedesca trovata senza vita in una pineta a Ogliastro Marina, nel comune di Castellabate. Presenti il Procuratore Antonio Cantarella, il Procuratore Antonio Pizzi, il Colonnello del Comando Provinciale dei Carabinieri Filippo Melchiorre, il Capitano della Compagnia Carabinieri di Agropoli Giuseppe Colella e il Tenente Nicola Di Benedetto, comandante del Nucleo Operativo Radiomobile.
La svolta è arrivata con il fermo del compagno della vittima, Kai Dausel, indicato come principale sospettato. L’uomo, che sarà trasferito in carcere, è al centro di un quadro investigativo complesso, basato su elementi dichiarativi, analisi scientifiche, documentazione acquisita e una consulenza autoptica ancora in fase di definizione.
Gli sviluppi delle indagini
Il Procuratore Cantarella ha aperto l’incontro elogiando il lavoro svolto dai Carabinieri di Agropoli e il coordinamento con il collega Pizzi. Tra le prove chiave spicca una traccia di sangue rinvenuta su un paletto della recinzione dell’abitazione condivisa dalla coppia, che suggerisce un ingresso e un’uscita dalla proprietà da parte dell’aggressore.
Le indagini preliminari indicano che Silvia Nowak è stata colpita alla testa con un oggetto contundente e tagliente, riportando anche lesioni al collo e al bacino. Il decesso, avvenuto lo stesso giorno della scomparsa, sarebbe stato causato dai colpi inferti, mentre il successivo tentativo di dare fuoco al corpo è avvenuto quando la donna era già morta.
Un quadro indiziario grave
Il Procuratore Cantarella ha definito il quadro indiziario nei confronti di Dausel “grave e circostanziato”. Fondamentali le riprese delle videocamere di sorveglianza dei vicini, che mostrano la presenza di un individuo con una corporatura riconducibile a quella del sospettato all’interno della proprietà, per circa due ore. L’analisi tecnica delle immagini, effettuata con il supporto di un consulente esperto, ha permesso di consolidare le prove contro l’uomo.
Inoltre, è emerso che i rapporti tra Nowak e Dausel erano tesi negli ultimi tempi, sebbene non risultino episodi di violenza pregressa. Il movente, ancora al vaglio, potrebbe essere legato a questioni economiche: nell’abitazione della vittima sono stati rinvenuti oltre 6.000 euro in contanti, e Silvia Nowak era nota per una significativa disponibilità finanziaria.
Il passato di Kai Dausel
Ulteriori dettagli sul passato di Dausel, nato con il nome di Uwe Altman, aggiungono ulteriori ombre. L’uomo vanta precedenti penali risalenti agli anni ’90, tra cui sospetti di danneggiamenti, furti e un’accusa di omicidio volontario nel 1999. Più recentemente, nel 2014, è stato coinvolto in un caso di frode informatica.
Il lavoro degli inquirenti
Il Colonnello Melchiorre ha sottolineato l’intensità e la dedizione con cui sono state condotte le indagini negli ultimi due mesi. “Tutte le componenti della Compagnia e del RIS hanno lavorato senza sosta per raccogliere ogni elemento utile. Ringrazio la Procura di Vallo della Lucania per il supporto e il coordinamento sul campo”.
Resta atteso il deposito completo della consulenza autoptica, ma gli inquirenti ritengono che il quadro investigativo sia ormai solido. Con il fermo di Dausel, le indagini proseguono per chiarire ogni dettaglio di un delitto che ha sconvolto la comunità locale.
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