Omicidio Silvia Nowak, un vicino: «Mio figlio notò qualcosa di bruciato». Scomparsi oggetti
| di Luigi MartinoL’omicidio di Silvia Nowak continua ad essere avvolto da un mistero. Il piccolo borgo di Ogliastro Marina, a Castellabate, dove la 53enne di origine tedesca è stata ritrovata priva di vita e con il corpo semi-carbonizzato, attende la verità. Gli esami autoptici hanno rivelato dettagli agghiaccianti: Silvia sarebbe stata colpita alla testa con una pietra e successivamente trafitta all’addome e alla gola con un oggetto appuntito, verosimilmente un coltello o un cacciavite. Dopo aver compiuto l’aggressione, l’assassino avrebbe incendiato il corpo per nascondere le tracce, rendendo complessa la ricostruzione dei fatti. Tuttavia, non sono stati rinvenuti né la pietra né l’arma, forse occultati nella fitta vegetazione vicino al luogo del delitto.
Gli oggetti scomparsi e le ipotesi della Procura
Oltre alle armi, anche alcuni effetti personali di Silvia sono scomparsi, tra cui il guinzaglio e la ciotola per cani che la donna aveva portato con sé quando ha lasciato la villetta di via Arena. La Procura di Vallo della Lucania prosegue le indagini a tutto campo, senza escludere nessuna ipotesi investigativa. Si attende inoltre il responso dei test sul materiale biologico trovato sotto le unghie della vittima, che potrebbe contenere il DNA dell’omicida. Anche il cellulare di Silvia verrà analizzato da un consulente della Procura il 31 ottobre, nella speranza che le informazioni contenute, incluse quelle eventualmente cancellate, possano svelare nuovi dettagli sul movente e sulle ultime ore di vita della donna.
Il compagno e le piste investigative
Il compagno di Silvia, un uomo di 62 anni, si è dichiarato innocente ed è stato interrogato dai carabinieri per ore. Le videocamere di sorveglianza di un vicino lo avrebbero ripreso a riposare in casa, mentre Silvia si allontanava. I cani molecolari hanno individuato la presenza della donna su una collinetta a ridosso del centro abitato, luogo dove potrebbe aver incontrato il suo aggressore. La pista ipotizzata è che Silvia sia stata uccisa lì, forse dopo un diverbio, per poi essere trasportata e abbandonata nell’area in cui è stato ritrovato il corpo bruciato.
Le dichiarazioni di un testimone
A complicare ulteriormente il caso sono le dichiarazioni di un vicino e amico della coppia, Remo Guercio, che ha raccontato di un episodio inquietante: «Mio figlio era uscito con una torcia e, visibilmente scosso, ha detto di aver trovato qualcosa nella pineta. Tuttavia, chi ha controllato successivamente non ha seguito la stessa direzione» ha riferito Guercio, sottolineando la tensione crescente nella comunità.
Un’indagine ancora aperta, che segue diverse piste e che potrebbe presto rivelare nuovi risvolti. Nel frattempo, il borgo resta avvolto nel mistero e attende con apprensione la verità su questo tragico evento.
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