Omicidio Vassallo: il destino di Cagnazzo, Cioffi e Cipriano deciso in Cassazione
| di Luigi MartinoSarà la Suprema Corte a decidere sul destino di tre indagati per l’assassinio del “sindaco pescatore”.
È fissata per la prima decade di febbraio l’udienza in Cassazione per Fabio Cagnazzo, tenente colonnello dei carabinieri, il suo attendente Lazzaro Cioffi e l’imprenditore di Scafati Giuseppe Cipriano. I tre sono accusati di essere coinvolti nell’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica brutalmente assassinato nel 2010. La Cassazione sarà chiamata a valutare l’eventuale revoca dei provvedimenti restrittivi nei loro confronti. Escluso invece da questo iter l’ex pentito di camorra Romolo Ridosso, che ha rinunciato al riesame.
Nel frattempo, Cagnazzo rimane detenuto presso il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, dove si trova dal 4 gennaio dopo una lunga degenza ospedaliera sotto scorta per gravi problemi di salute. La sua richiesta di domiciliari è stata respinta, nonostante le condizioni fisiche precarie.
Depistaggi e traffico di droga: i filoni paralleli dell’indagine
Un ulteriore nodo da sciogliere riguarda le posizioni di Salvatore Ridosso, nipote di Romolo, e del carabiniere Luigi Molaro, fedelissimo di Cagnazzo, accusati di aver ostacolato le indagini. Per entrambi, tuttavia, non sono mai stati emessi provvedimenti restrittivi.
Molaro è anche sotto accusa per presunti legami con il traffico di droga, un filone ancora aperto che coinvolgerebbe gli imprenditori Palladino di Pollica Acciaroli. Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Salerno, lo spaccio di stupefacenti nel Cilento sarebbe collegato ai principali gruppi camorristici napoletani. Questo intreccio emerge dalle 424 pagine della richiesta di misure cautelari e dalle 411 pagine del provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari Ferriauolo.
Restano inoltre da accertare le responsabilità dirette nell’omicidio: secondo le dichiarazioni di Romolo Ridosso, potrebbe essere stato proprio Lazzaro Cioffi a premere il grilletto contro Vassallo.
La base dell’inchiesta: dichiarazioni e testimoni chiave
L’indagine condotta dalla procura di Salerno, sotto la guida del procuratore capo Giuseppe Borrelli e del vicario Luigi Alberto Cannavale, si avvicina alla sua fase cruciale con il giudizio della Cassazione. Al centro del caso ci sono le dichiarazioni di diversi protagonisti, su cui si fonda gran parte dell’accusa.
Tra questi spicca Eugenio D’Atri, confidente di Romolo Ridosso, che avrebbe fornito testimonianze ritenute dalla procura «indirette ma verificate su più fronti». D’Atri rappresenta un punto di svolta per i magistrati, che definiscono le sue dichiarazioni come capaci di offrire «una spiegazione razionale» ad alcune incongruenze nei comportamenti di Fabio Cagnazzo.
Un esempio su tutti: l’immediato dirottamento delle indagini su Bruno Humberto Damiano, un piccolo spacciatore locale, presentato però come figura centrale del narcotraffico.
Conclusione
L’omicidio di Angelo Vassallo resta uno dei casi più intricati della cronaca italiana, intrecciando criminalità organizzata, depistaggi e traffici illeciti. Ora, l’ultima parola spetta alla Suprema Corte, mentre il Cilento attende giustizia per il suo “sindaco pescatore”.
©Riproduzione riservata