Omicidio Vassallo, la svolta nelle rivelazioni di un carcerato: «Vi spiego come ho capito tutto»
| di Luigi MartinoA quattordici anni dall’assassinio di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica, si aprono nuove strade nella ricerca della verità. La Procura di Salerno, sotto la guida del procuratore Giuseppe Borrelli, ha compiuto un passo cruciale, formulando accuse di concorso in omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione e del metodo mafioso contro quattro persone: l’imprenditore Giuseppe Cipriano, il collaboratore di giustizia Romolo Ridosso e i carabinieri Fabio Cagnazzo e Lazzaro Cioffi.
Il confessore di Ridosso
Il caso, rimasto per anni irrisolto, sembrava destinato a un’impasse. Tuttavia, recenti rivelazioni hanno fornito nuovi indizi sulle dinamiche e sui presunti mandanti. Decisivi sono stati i racconti di Eugenio D’Atri, figura di rilievo dei clan vesuviani, che durante la detenzione nel carcere di Sollicciano a Firenze aveva instaurato un rapporto di fiducia con Romolo Ridosso. Quest’ultimo, pur tentando di sminuire l’amicizia con D’Atri, ha rivelato particolari importanti che lo stesso D’Atri ha poi riferito agli inquirenti.
Le versioni combaciano
D’Atri, descritto come un “confessore” non ufficiale di Ridosso, ha delineato dettagli mai emersi nei media, aumentando la credibilità delle sue dichiarazioni. Le informazioni riportate, come il sopralluogo di Ridosso ad Acciaroli prima del delitto e la scomparsa di alcuni carabinieri dal Cilento nei giorni successivi all’omicidio, hanno confermato i sospetti sulla natura dell’agguato: Vassallo potrebbe essere stato ucciso per aver scoperto traffici di droga che coinvolgevano esponenti delle forze dell’ordine.
«Racconto credibile»
Secondo il giudice per le indagini preliminari Annamaria Ferraiolo, la ricostruzione di D’Atri è considerata “di ampia attendibilità”. Questo giudizio si basa su elementi di riscontro e sullo “stile preciso e dettagliato” della testimonianza. D’Atri avrebbe appreso questi fatti direttamente da Ridosso, rafforzando la credibilità del suo racconto, privo di contaminazioni mediatiche o influenze esterne.
Gli altri interrogatori
Gli interrogatori continuano, e oggi sarà la volta di Ridosso e del brigadiere Lazzaro Cioffi. Entrambi, detenuti in strutture fuori dalla Campania, saranno ascoltati in via telematica dai giudici di Salerno e di Santa Maria Capua Vetere. Cioffi, in particolare, potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere per poi rilasciare dichiarazioni spontanee.
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