Omicidio Vassallo, non solo droga al porto di Acciaroli: spunta un’altra pista
| di Luigi MartinoDopo 14 anni, emerge una nuova svolta sull’assassinio di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica, brutalmente ucciso il 6 settembre 2010. L’ordinanza di custodia cautelare di oltre 400 pagine ha condotto in carcere quattro persone, svelando retroscena inquietanti di un sistema imprenditoriale criminale che mirava a sfruttare il territorio del Cilento per traffici di droga e speculazioni edilizie. Vassallo, deciso a proteggere la sua terra, si era opposto fermamente a queste operazioni, attirando su di sé l’ira di potenti figure legate alla malavita.
Le indagini hanno confermato quanto sottolineato più volte dal procuratore Giuseppe Borrelli: il Cilento è divenuto, negli anni, un punto d’interesse per la criminalità organizzata, con l’intento di mascherare traffici illeciti dietro attività imprenditoriali legittime. Tuttavia, il silenzio e l’omertà della popolazione hanno spesso impedito alle forze dell’ordine di contrastare efficacemente questi interessi, ostacolando la giustizia e favorendo un clima di paura.
Il resort mai realizzato: la figura del broker Maurelli
Tra i protagonisti di questa oscura vicenda spicca Raffaele Maurelli, broker della droga originario di Scafati, scomparso nel 2020. Secondo le ricostruzioni della Procura, Maurelli era il principale promotore dei traffici di stupefacenti a Pollica nel 2010, proprio gli stessi che Vassallo aveva scoperto, diventando poi bersaglio dell’organizzazione criminale. Grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, è stato possibile ricostruire il forte interesse economico di Maurelli nella zona, in particolare ad Acciaroli. Attraverso un prestanome, Maurelli era intenzionato a costruire un resort vicino al mare, ma il progetto fu più volte bloccato sia dal Comune di Pollica sia dalla Soprintendenza. I terreni erano situati nei pressi del torrente Mortella, un’area che Vassallo intendeva valorizzare come porto-canale per le imbarcazioni turistiche, proteggendo così il territorio da speculazioni.
L’espansione degli affari di Giuseppe Cipriano
In parallelo, anche Giuseppe Cipriano, noto come “Peppe Odeon” e cugino di Maurelli, si muoveva per espandere i suoi interessi imprenditoriali a Pollica. Cipriano gestiva già due cinema ad Agnone e Acciaroli e ambiva a sviluppare ulteriori attività, tra cui nuovi locali e una pizzeria “Conopizza”. Nonostante le richieste di autorizzazioni presentate all’amministrazione comunale, i suoi progetti vennero bloccati dall’intransigenza del sindaco Vassallo, deciso a tutelare il Cilento da mire speculative.
Secondo le indagini, queste attività imprenditoriali avrebbero avuto un duplice scopo: da un lato offrire un’apparente facciata di legalità, dall’altro garantire una base operativa per il traffico di stupefacenti, destinati non solo a Napoli, ma anche alla Calabria. Gli investigatori ritengono infatti che il Cilento fosse divenuto un crocevia per lo smistamento della droga, facilitato dalle strutture “legali” create appositamente per occultare questi traffici.
Omertà e sfide per la giustizia
Le indagini che hanno portato alla custodia cautelare delle quattro persone coinvolte fanno emergere il peso dell’omertà e delle reticenze locali. Il Cilento, da sempre considerato un angolo incontaminato e turistico, è stato per anni soggetto a tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata, che ha saputo sfruttare il silenzio per consolidare i propri interessi.
La vicenda dell’omicidio di Angelo Vassallo, con la sua lotta solitaria contro l’illegalità, resta un monito per il territorio: un invito a spezzare il muro di omertà e a difendere il patrimonio naturale e sociale del Cilento. Mentre la giustizia prosegue il suo corso, il sacrificio del “sindaco pescatore” continua a rappresentare un esempio di integrità e coraggio contro le minacce criminali che ancora oggi incombono su questa terra.
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