Omicidio Vassallo: tre indagati ricorrono al Riesame, Ridosso «fuori dalla partita»
| di Luigi MartinoNuovi sviluppi nell’inchiesta sull’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore di Pollica. Tre degli indagati principali hanno presentato istanza al Tribunale del Riesame per contestare le misure cautelari emesse nei loro confronti. Si tratta di Fabio Cagnazzo, Lazzaro Cioffi e Giuseppe Cipriano, assistiti rispettivamente dagli avvocati Ilaria Criscuolo, Stellato e Giovanni Annunziata. Resta fuori Romolo Ridosso, ex collaboratore di giustizia, che ha deciso di non avvalersi di questa possibilità, una scelta condivisa con il suo legale, Michele Avino.
La data dell’udienza sarà stabilita a breve, con la possibilità che venga fissata un’unica sessione per tutti gli imputati. Intanto, la Procura di Salerno, guidata dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, si prepara a presentare i verbali degli interrogatori già effettuati con Ridosso, attualmente detenuto a Ferrara.
La svolta nell’indagine
L’inchiesta, che nel 2022 sembrava destinata all’archiviazione, ha conosciuto un cambio di rotta grazie proprio alle dichiarazioni di Ridosso. L’ex pentito, dopo un interrogatorio durato due giorni, ha fornito informazioni decisive, portando la Procura a riaprire il caso e a focalizzarsi su una nuova pista investigativa. Le sue dichiarazioni hanno gettato luce su una presunta rete di narcotraffico attiva nel Cilento, con base operativa a Torre Caleo, nei pressi di Acciaroli.
Secondo gli inquirenti, Vassallo sarebbe stato assassinato per impedirgli di denunciare il traffico di droga scoperto nelle sue attività di controllo del territorio. Un delitto che, dopo oltre un decennio, continua a intrecciarsi con un’indagine parallela sul narcotraffico, ancora aperta in Procura.
L’ipotesi della Procura
Oltre ai quattro principali indagati, il fascicolo include anche i fratelli Palladino – Domenico, Giovanni e Federico – imprenditori locali proprietari del residence Tre Palme. Secondo le accuse, il residence sarebbe stato trasformato in una base operativa per il trasporto della droga. La sostanza stupefacente, occultata in valigie, veniva poi trasferita in un container di proprietà dei Palladino, per essere distribuita nel Cilento e in Basilicata.
Il coinvolgimento di Ridosso, del figlio Salvatore e dei collaboratori di giustizia del napoletano ha permesso alla Procura di ricostruire dettagli cruciali di un sistema ramificato che lega omicidio e narcotraffico.
Mentre l’attesa per le decisioni del Riesame si fa sentire, la vicenda resta una ferita aperta per la comunità del Cilento, che chiede verità e giustizia per un sindaco che ha pagato con la vita la sua lotta contro l’illegalità.
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