Svolta nelle indagini “Il killer a Medellin”
| di Federico MartinoSulla parete della torre del porto quel bel ritratto di Angelo Vassallo non c’è più. E’ cupa Acciaroli, battuta dal vento, dalla pioggia, segnata dal cielo plumbeo e il mare increspato e minaccioso. Quasi tre mesi fa, il 5 settembre, erano da poco passate le nove e trenta di sera, il sindaco Angelo Vassallo rientrava a casa. Fu bloccato da un killer che gli esplose contro nove colpi con una Calibro 9. Il sindaco della legalità, della difesa dell’ambiente, una speranza per il riscatto del Mezzogiorno, morì sul colpo. Acciaroli, tre mesi dopo. E il batticuore ti assale. Altro che perla del Cilento, oasi incontaminata e protetta dal sindaco intransigente che multava persino chi gettava le cicche di sigarette per terra. O che si sostituiva alle forze dell’ordine nell’andare in giro a controllare che non ci fossero i pusher. In queste ultime settimane si alternano molotov e minacce contro chi sa e potrebbe parlare. In questa parte del Cilento è attiva una «cricca» di affaristi, di speculatori immobiliari che trasforma soldi sporchi in investimenti redditizi, che avrebbe assoldato l’intera famiglia del killer, un misto di guappi, killer e mazzieri. Pronti a qualsiasi evenienza.
A metà novembre, sul quotidiano «Il Mattino» si parla di una cena della «cricca», (dodici) affaristi, che si sarebbe tenuta a Vallo della Lucania il 17 agosto. Si discuteva di una speculazione immobiliare di un centinaio di appartamenti a San Nicola a Mare. A quella cena passò anche Angelo Vassallo che avvertì puzza di bruciato e abbandonò la tavolata di magistrati, avvocati e faccendieri. Con la pubblicazione dell’articolo, la tensione è salita alle stelle ed è partita la caccia ai possibili «traditori». Se la sono presa con gli innocenti. Raccontano trafelati e impauriti i due (falsi) bersagli delle minacce: «(Omissis) ha mimato il battito delle ali e poi ha detto: “Farai il volo dell’angelo”. Andrai al Creatore, insomma». L’altro: «A mia moglie ha detto che diventerà vedova presto». Ma non è finita qui, Acciaroli sembra una città stretta nella morsa della mafia delle estorsione. Undici giorni dopo l’omicidio Vassallo e nella notte tra il 22 e il 23 ottobre vengono esplose bottiglie incendiarie (con aggiunta di chiodi) contro l’Hotel Girasole. Giovanni Vassallo (solo omonimo del sindaco), il titolare, nega qualsiasi minaccia estorsiva.
Ma si racconta di strani rapporti tra la famiglia Vassallo e ambienti criminali. Acciaroli è come una pentola a pressione. Rischia di saltare il coperchio. Rischia di dover piangere un altro morto. Il clima è teso, e per la Procura di Salerno è una corsa contro il tempo. Affiorano storie che sembravano sepolte. Con cittadini coraggiosi che denunciavano possibili speculazioni e per questo venivano sequestrati e torturati. Qui si sono saldati interessi criminali e affaristici: droga e speculazioni immobiliari continuano a rappresentare il possibile movente dietro l’omicidio «politico mafioso» del sindaco Vassallo. Agli atti della inchiesta del procuratore di Salerno, Franco Roberti, e della pm Rosa Volpe, c’è una testimonianza che svela l’identità del possibile killer dell’agguato. E’ una novità clamorosa: un testimone mette a verbale di aver avuto una confidenza. Ecco cosa gli ha detto la sua fonte: «Il giorno dopo la morte di Angelo Vassallo, intorno alle 17,30 dal cellulare di (omissis), … fece una telefonata. Disse testualmente: “Ma che c… di pistola mi avete dato…”. La persona poi ha restituito il cellulare ed è andato via».
La fonte ha rivelato ai magistrati il nome del presunto killer, che oggi si troverebbe a Medellin, in Colombia, riparato presso l’abitazione di un salernitano, F.B.. Una fuga misteriosa. Convinto di essere braccato dagli stessi affaristi che gli avevano commissionato l’omicidio del sindaco, o dagli inquirenti che l’avevano già individuato? Il killer avrebbe poco meno di trent’anni. Figlio d’arte. Lui, il padre e il fratello avrebbero precedenti penali per associazione a delinquere finalizzata all’estorsione. E proprio per evitare grane con la giustizia, il killer si sarebbe rifugiato da tempo in un paese dell’America Latina. Quest’estate, però, sarebbe tornato a Salerno, nel Cilento e ad Acciaroli avrebbe addirittura rapinato un paio di volte un pusher e, durante una rissa, sarebbe stato accoltellato all’uscita da una discoteca di Camerota.
fonte: la stampa .it
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