Una fiaccolata per non dimenticare
| di Rosario RomanoL’amministrazione comunale di Pollica decide di ricordare il suo sindaco, Angelo Vassallo, trucidato in un attentato di stampo mafioso la notte del 5 Settembre, con una fiaccolata che dalle 17:30 dal municipio del capoluogo porterà al porto della frazione marina del comune, Acciaroli.
Su internet, sulla pagina relativa alla fiaccolata, messaggi di cordoglio, di rabbia, di indignazione: "…non solo tutti i cilentani – scrive Carmine Oricchio – ma tutti gli uomini liberi di questo Paese hanno il DOVERE di esserci per poter continuare a guardare negli occhi i nostri figli e dir loro: "ho combattuto per la libertà in nome di Angelo Vassallo!" Il motto soltanto uno: "SIAMO TUTTI ANGELO VASSALLO!". Io ci sarò".
E ancora "Angelo è stato massacrato per aver detto NO alla criminalità – scrive Annamaria Russo – Forse non aveva nessuna voglia di diventare un eroe. Lui faceva il Sindaco. E riteneva che amministrare con onestà fosse la normalità, non una strada che conduce al martirio. Chi l’ha conosciuto sa che negli anni aveva retto a Pollica una piccola roccaforte di legalità. Senza clamori. Ritenendo che fosse la normalità. E per quella normalità l’hanno ucciso con la ferocia brutale di chi non vuole solo eliminare un custode scomodo, ma dare una spallata alla porta di quella roccaforte. Domani noi saremo lì . Non per lavarci la coscienza con una passerella che duri il tempo della commozione. Ma per provare a fare catenaccio contro chi vuole forzare quella porta. Per provare ad organizzare una guarnigione a difesa di quella roccaforte. Per provare a dire un NO che faccia più clamore dell’eco di quegli spari".
"Hanno aspettato che Pioppi ed Acciaroli si svuotassero di turisti – leggiamo nel commento di Michela Ascione – I villeggianti sono tornati alle lore case, in città, a lavoro, alla loro normalità. Pollica è tornata ad essere quel silente paesino arroccato, dove vivono solo vecchi, oggi ancora più silenziosi, esterreffatti, pieni di dolore, increduli.Ma … oggi bisogna riempirla quella città- Bisogna lasciare il nostro lavoro, i nostri interessi, le nostre case, per essere li con loro, per riempire di nuovo quelle strade che fino a pochi giorni fa brulicavano di noi".
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