Bandiera blu nel Cilento riconoscimento o beffa?

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Bandiera blu nel Cilento riconoscimento o beffa?

La Bandiera blu è un riconoscimento prestigioso e ambito proprio perché produce un ritorno economico a quei comuni rivieraschi meta di villeggiatura.
Viene assegnato, così si legge sul programma, alle località turistiche che rispettano criteri relativi alla gestione sostenibile del territorio. Si legge infatti (punto 12) che “le spiagge e l’area ad essa prospiciente devono trovarsi nelle condizioni di massimo rispetto dei piani regolatori e della legislazione ambientale”.

  Ebbene, anche quest’anno il Cilento è stato premiato con l’assegnazione di alcune bandiere blu, alcune meritate, a nostro avviso, altre discutibili.
L’anno passato fu pubblicato un articolo del Corriere del Mezzogiorno (30/5/2010) nel quale si denunciava da parte di ambientalisti l’assegnazione discutibile ad esempio al comune di Centola dell’ambito riconoscimento. Anzi a tal proposito era stata spedita una lettera alla Fundation for environmental education (Fee Italia) in cui si elencava il poco rispetto dell’ambiente da parte di questo comune
 Ad esempio:

1 – foce del Mingardo (zona 1 e SIC) presenta ogni anno compromissioni abusive, che contravvengono alla legge 394/91 e D.L 5/6/95,  per uso e consumo dei villaggi rivieraschi. Illeciti su cui l’amministrazione comunale chiude un occhio, anzi ambedue e che né il parco né la regione hanno autorizzato.
 Su quella foce due attivisti della Lipu furono aggrediti e feriti perché documentavamo gli illeciti.
2 – sul greto del medesimo fiume vi è da tempo una discarica di rifiuti, anche pericolosi come l’amianto, mai rimossi sebbene più volte denunciati.
3 – fino all’anno passato il territorio di Palinuro era in grave emergenza rifiuti, tanto che vi sono state molteplici disdette di turisti.
4 – Centola non ha depuratore; versa nel vallone sottostante del Lambro, il quale risulta inquinato e la spiaggia alla foce interdetta alla balneazione (dati Arpac).
5 – nelle frazioni Foria e S. Severino stazione sono state sequestrate fogne a cielo aperto che versano i reflui nel vallone da anni.
6 – la spiaggia prospiciente l’Arco naturale  viene interdetta giustamente ai bagnanti perché  l’Arco è pericolante e ogni tanto crolla un pezzo, ma l’amministrazione protesta vivamente per il mancato ritorno economico.
7 – su la rupe del Mingardo con i soldi Ue è stato realizzato da comune, regione, parco un ecomostro denominato “Centro studi su migrazione uccelli” (circa 2 milioni di euro),  poi abbandonato e quindi vandalizzato. Adesso è stata chiesta la demolizione.
8 –  sulla costa SIC sono stati sequestrati diversi abusi edilizi anche vicini al mare, e non passa giorno che i giornale non diano notizia di ulteriori sequestri. Ma la polizia municipale dove sta, si chiedono in molti. Si registrano anche sequestri per  occupazione abusiva di spiagge demaniali
Ecc.
La lettera ebbe qualche successo: Infatti la Fee rispondeva alla lettera (vedi articolo Corriere del 4/06/2010)  che “in seguito alla segnalazione, così puntuale e dettagliata, sarà nostra cura chiedere ulteriori verifiche  sul territorio”.

Ebbene è passato un anno, il degrado segnalato nel 2010 è ancora lì al suo posto, ma la bandiera blu sventola a Centola. 

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