Ospedale di Polla, ennesima critica carenza di organico: anche in Chirurgia e Cardiologia
| di Pasquale SorrentinoIl presidio ospedaliero di Polla, punto di riferimento per l’assistenza sanitaria nell’area interna della provincia di Salerno, si trova a fronteggiare una preoccupante carenza di personale. Il Segretario Generale di Cgil Fp Antonio Capezzuto e il Coordinatore Medici e Dirigenza Sanitaria ASL Salerno Massimiliano Voza hanno sollevato l’allerta su una situazione che rischia di compromettere non solo la qualità dell’assistenza, ma anche il benessere dei lavoratori e l’attrattiva del nosocomio per i dirigenti medici.
Secondo Voza e Capezzuto, il nosocomio, che conta 173 posti letto e si posiziona come terzo per capienza nella provincia, è in una fase di crescente centralità nella rete emergenziale regionale. Recentemente, è stato classificato come DEA di I livello e integrato in diverse reti, come la “Rete Stroke” e la “Rete IMA”, dimostrando un ruolo cruciale nell’assistenza a pazienti con ictus e infarto miocardico.
«Un ospedale che diventa sempre più centrale nell’assistenza sanitaria ospedaliera, che
ultimamente è oberato pure della refertazione da remoto delle indagini radiologiche per i presidi
necessitanti, sovraccaricando la Radiologia – e quindi l’intero P.O. di Polla a partire dal Pronto
Soccorso – senza che tale diversa organizzazione del lavoro sia stata prima discussa con i sindacati o
abbia comportato benefici per gli operatori coinvolti, non esclusi quelli retributivi che, di contro,
oltre alle ataviche carenze già denunciate dei reparti di Neuroglia, nonostante il ruolo delicato per la
rete dell’ictus; di Ortopedia, dove rimangono in servizio solo 2 dirigenti medici; si aggraveranno
ulteriormente le carenze in Chirurgia dove, dei 4 dirigenti medici, oltre il direttore del reparto, uno
sarà collocato in quiescenza il 16 settembre e un altro raggiungerebbe il limite di età massimo
consentito entro fine mese, con il rischio di rimanere in 3 chirurghi. Al netto di assenze legittime per
malattia o altri istituti contrattuali».
Le carenze di personale si estendono a vari reparti. In particolare, in Chirurgia, la situazione è allarmante, poiché il numero dei medici dirigenti sarà ridotto a soli tre, con il pensionamento imminente di due professionisti. «La Cardiologia, già sotto pressione, vede la sua efficienza minacciata da un numero insufficiente di cardiologi a tempo pieno, costretti a gestire ogni giorno i trasporti dei pazienti verso l’Hub di Eboli per procedure essenziali. La situazione sta precipitando per l’ennesima volta pure in Cardiologia, dove sono rimasti, oltre il direttore del reparto, solo 3 cardiologi a tempo pieno e 2 a tempo dimezzato, a far fronte, dal 16 settembre, a un reparto con ambulatori specialistici e 6 posti letto in UTIC e 12 in degenza ordinaria, a fronte della riduzione di 6 posti operata nei mesi estivi in dipendenza del calo di organico dovuto all’obbligo di fruizione delle ferie estive. La situazione, poi, diventa insostenibile quando, pressoché quotidianamente, i cardiologi si devono allontanare dal reparto per il tempo necessario per farsi carico del trasporto andata e ritorno dei pazienti da sottoporre a Coronarografia presso l’Hub di
Eboli, già che l’ASL non si è dotata di un trasporto ad hoc, già previsto presso altre ASL addirittura
senza la necessità di ricorrere al sempre meno disponibile personale specialistico. Mentre l’attività
di Elettrostimolazione, almeno, non è aggravata dal trasporto fuori dall’ospedale, visto che gli
impianti di pacemaker si eseguono in loco».
Voza e Capezzuto avvertono che senza un intervento tempestivo da parte della Direzione Strategica per il reclutamento di nuovo personale, il rischio di un collasso è imminente. «Pertanto, in assenza di un autorevole e tempestivo intervento della Direzione Strategica mediante il reclutamento di ulteriore personale, tra pochi giorni sarà difficile evitare il collasso dei reparti con maggiore carenza di personale medico che, oltre a pregiudicare la qualità dell’assistenza, mina ulteriormente il benessere lavorativo e l’attrattività per i dirigenti medici verso il nosocomio valdianese. Difatti, è appena il caso di rammentare che, ove prevista, per assicurare la guardia attiva nei reparti sulle 24 ore (escluso l’attività di degenza, o sala operatoria e interventistica), 7 giorni su 7, occorrerebbero più di 6 medici. A maggior ragione, stante il divieto, ai sensi del vigente CCNL di area, di formulare turni di servizio, per ciascun medico, con più di 5 turni notturni e, in ogni caso, non più di 12 servizi tra guardia notturna e pronte disponibilità notturne e festive diurne. E certamente non si può continuare a chiedere ulteriori sacrifici solo ai lavoratori che già
eroicamente – oltre ogni senso del dovere! – stanno assicurando a pancia bassa il mantenimento dei
Livelli Essenziali di Assistenza».
La richiesta di un intervento risolutivo è chiara: ripristinare un’adeguata dotazione di personale affinché il presidio di Polla possa continuare a svolgere il suo fondamentale ruolo nella rete sanitaria della provincia di Salerno.
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