Ospedale di Roccadaspide, Auricchio: «Unica speranza. Le sale operatorie ebolitane non sono a norma»
| di Antonio VuoloSi allarga la polemica sui medici. La soluzione proposta da Vito Sparano, Uil, di spostare i medici dall’ospedale di Roccadaspide a Eboli non è piaciuta a Girolamo Auricchio, vicesindaco di Roccadaspide, che ora è sul piede di guerra per difendere il nosocomio della cittadina e ha risposto con parole durissime alla proposta avanzata da Sparano: «All’ospedale di Eboli solo adesso si ricordano che esiste il Dea tra i nosocomi di Eboli, Battipaglia e Roccadaspide. Prima del Dea Roccadaspide aveva un ospedale all’avanguardia e nel 2018, all’istituzione del Dea, non ha fatto seguito alcuna programmazione per riorganizzare i tre ospedali alla nuova e più importante articolazione sanitaria. Oggi abbiamo tre ospedali, più quello di Oliveto Citra, che erogano le stesse prestazioni e l’ospedale di Roccadaspide in questi quattro anni non ha ricevuto alcun supporto da altri ospedali mentre veniva passivamente concesso il trasferimento dal nosocomio rocchese di undici medici in modo illegittimo e senza alcuna compensazione», ha fatto sapere Auricchio che si è espresso duramente anche nei confronti della direzione del Dea: «La direzione del Dea si è dimenticata che dal 3 maggio i reparti di Medicina e Lungodegenza, unitamente all’ortopedia, non effettuano ricoveri a seguito degli 11 medici che ci hanno tolto. Dal 3 maggio da Eboli nessuno si è preoccupato dei nostri reparti ridimensionati. Quello di Roccadaspide è l’unico ospedale autorizzato al funzionamento di tutte le sale operatorie perché le nostre sono a norma, mentre ad Eboli non è così, quindi Sparano sta chiedendo di chiudere la Chirurgia di Roccadaspide per operare i pazienti in un ospedale, quello di Eboli, con sala operatoria non a norma. Una situazione assurda considerato che i soldi per risolvere molti problemi ci sono: basterebbe che la direzione del Dea acquistasse le attrezzature elettromedicali, ci sono sei milioni di euro non spesi per queste spese ancora disponibili. Chiudere Roccadaspide è da incoscienti in quanto l’ospedale dista chilometri e chilometri da Eboli e rappresenta l’unica speranza di salvezza per gli utenti delle aree interne. Ad Eboli pensino ad attivare la risonanza magnetica comprata nel 2018 e non ancora funzionante e a Battipaglia si pensi ad attivare la Tac comprata oltre un anno fa e ancora non funzionate invece di pensare a ridimensionare ancora l’ospedale di Roccadaspide su cui grava anche la situazione del centro trasfusionale chiuso dal 15 dicembre scorso nonostante l’emergenza relativa alla richiesta di sangue e i trecento volontari delle aree interne impossibilitati a donare a causa delle divergenze tra il Dea e il Distretto che si rimbalzano le responsabilità», ha concluso Auricchio.
©Riproduzione riservata