Ospedale di Sapri nella rete Covid, Latella: «Presidio non si può sottrarre al ruolo»
| di Redazionedi Mar. Val.
Sull’inserimento dell’ospedale dell’Immacolata di Sapri nella rete Covid-19, istituzioni amministrative e sanitarie si dividono. Da una parte medici affiancati dai sindaci del golfo di Policastro chiedono alla direzione sanitaria dell’Asl di autorizzare i trasferimenti di pazienti con Coronavirus nel presidio ospedaliero dell’Immacolata solo dopo che tutti i percorsi di sicurezza interni ed esterni alla struttura siano certificati. Dall’altra Rocco Calabrese, direttore sanitario del distretto Sapri Camerota, evidenzia invece che “non ci si può non trovare pronti davanti a un’eventualità del genere, con percorsi dedicati a pazienti affetti da Covid”. E che «le lamentele non hanno senso di essere».
Sul caso è intervenuto Lorenzo Latella, segretario regionale Cittadinanzattiva Campania: «Mai come ora, nella storia d’Italia, siamo chiamati ad affrontare un’emergenza potenzialmente devastante e che, sicuramente, lascerà, dopo il suo passaggio, una società profondamente diversa. Siamo tutti impegnati, ormai da settimane, a sacrifici di comportamento che stanno modificando la ritualità della nostra quotidianità ma che tutti stiamo rispettando convinti, come siamo, che i comportamenti individuali siano fondamentali per garantire un più rilevante benessere collettivo». Il responsabile evidenzia: «Non possiamo sottrarci ora, come collettività, ad una ulteriore responsabilità che siamo chiamati ad assumere. Il P.O. Immacola deve fare la propria parte nella gestione dell’emergenza coronavirus, non si può sottrarre al ruolo a cui è chiamato e devono fare la propria parte tutti gli operatori sanitari, e tutte le istituzioni che concorrono alla salvaguardia della salute pubblica». «Dobbiamo prendere sulle nostre spalle la responsabilità che ci appartiene e farci carico della salute di cittadini di altri territori che a Sapri possono trovare umanità, calore e accoglienza in un difficile passaggio della loro vita e che li vede isolati dalle famiglie, dagli affetti, che in alcuni casi non rivedranno mai più. Tutti dobbiamo comprendere a pieno la gravità della minaccia che stiamo vivendo – sottolinea Latella – ed esprimere non solo a parole tutta la nostra solidarietà ma nei fatti, perché oggi è nostro dovere agire da cittadini italiani ed eliminare le distinzioni e le barriere che ci dividono da concittadini residenti anche solo pochi chilometri più in là.
Probabilmente la maggior parte di noi vive ancora in una bolla, pensando che il rischio di un contagio possa ormai venire solo dall’esterno. Questa è una percezione infondata e che, se perseguita, ci farà trovare impreparati nella gestiuone dell’emergenza internamente».
Quello che sottolinea Latella in questa fase è «organizzarci per affrontare anche il contagio che può arrivare dall’interno e fidarci reciprocamente, riconoscendo capacità, competenze e responsabilità. Dobbiamo avere fiducia in chi ci amministra, in chi tutela la nostra salute tutti i giorni, in chi è in grado di garantirci un relativo benessere. – aggiunge ribadendo che – il P.O. d Sapri ha tutte le caratteristiche per poter affrontare la presa in carico di pazienti positivi. Ha gli spazi che possono essere adattati in percorsi dedicati, ha le strutture interne, si sta dotando dei DPI e delle tecnologie necessarie, sarebbe un puro atto di egoismo chiuderci e rifiutare aiuto, sostegno e possibilità di salvezza ad altri per la paura di essere coinvolti». «Abbiamo la grande opportunità di esprimere i valori più profondi che la nostra Italia rappresenta e abbiamo l’opportunità di fare in modo che il nostro ospedale possa trasformarsi, nella fase di “ricostruzione,”, nel dopo, in un reale presidio sanitario per l’intero territorio e per coloro che in questo territorio transitano. – dice – È questo il momento di mostrare a tutti quanta professionalità, quanta forza, quanta capacità di generare salute siamo in grado di esprimere e quanta umanità, solidarietà e dovere ci contraddistinguono». Infine l’appello ai sindaci del territorio, al direttore sanitario, a tutti coloro interessati nella gestione di questa vicenda «affinchè si basino sul senso di responsabilità che li ha contraddistinti finora e siano capaci di dialogo e collaborazione per dare risposte a chi chiede aiuto».
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