«Ospedale di Polla, pazienti costretti in 3 in una stanza da due posti»
| di Marianna ValloneTre pazienti in una stanza che può ospitarne soltanto due. Accade nel reparto di Nefrologia dell’ospedale Luigi Curto di Polla. A denunciarlo è una lettrice, Michela Rofrano in una lettera aperta dal direttore generale dell’Asl Salerno Antonio Giordano. La donna scrive in replica alle dichiarazioni rilasciate al quotidiano La città di Salerno in cui il dg sottolineava l’eccellenza dei due presidi ospedalieri del Vallo di Diano, Polla e Sant’Arsenio. Pubblichiamo la lettera, giunta in redazione il 20 settembre
Sono una cittadina del Vallo di Diano e mi rivolgo a Lei per soffermarmi su una Sua recente dichiarazione agli organi di stampa, in cui afferma che “ il Vallo di Diano ha due centri di eccellenza negli ospedali di Polla e Sant’Arsenio che devono avere vocazioni diverse e sui quali si sta lavorando con una serie di risultati che spesso non sono visibili agli occhi di tutti ma sono importantissimi per la tutela della salute dei cittadini”, elencando obiettivi conseguiti o da conseguire nel breve periodo. Ebbene, relativamente al concetto di centro di eccellenza, alla tutela della salute dei cittadini ed a ciò che è invece visibile agli occhi di tutti, vorrei portare all’attenzione Sua e dei valdianesi la mia recente esperienza.
Da alcuni giorni mi reco in ospedale a Polla a far visita ad una parente ricoverata in nefrologia in una stanza da due posti letto, che invece ospita tre pazienti. Gli infermieri, tutti professionali, fanno egregiamente il loro dovere, ma per poter passare con una sedia a rotelle bisogna spostare uno se non due letti, creando notevoli disagi ai pazienti ed agli stessi operatori sanitari che avrebbero tutto il diritto di svolgere il loro lavoro in condizioni se non ottimali almeno buone…. per non parlare poi del vitto. Ho quindi cercato il significato del termine “eccellenza”, reperendone la seguente definizione : “qualità di persona o cosa che eccelle; superiorità assoluta, altissimo grado di perfezione”. Comprendo bene che l’eccellenza nel significato riportato sia concretamente difficile da realizzare e che possano esservi differenze da un ospedale all’altro, ma a questo punto vorrei capire quali sono i criteri in base ai quali si esprime un giudizio di eccellenza di un ospedale. Ben vengano il laser ad eccimeri e le altre “novità positive” da Lei annunciate ( http://www.lacittadisalerno.it/cronaca/polla-e-sant-arsenio-sono-eccellenze-1.1702386 ), ma non ritiene che tra gli indicatori di eccellenza di un ospedale debbano rientrare anche i risultati organizzativi e strutturali per accogliere il paziente nel modo più confortevole? Non ritiene che la tutela della salute dei cittadini includa anche il tener conto della sofferenza e dello stato di ansia del paziente che potrebbero essere acuiti da evitabili disservizi, come quelli ai quali assisto quotidianamente? “Eccellenza” non significa forse dare una risposta qualitativamente adeguata ai bisogni dell’utenza? Sicura di una Sua cortese risposta a tutela della salute dei cittadini del Vallo di Diano.
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