Padula, scoperta antica necropoli: 4 indagati
| di Luigi MartinoUna scoperta eccezionale è emersa nei giorni scorsi durante alcuni lavori edili nei pressi della Certosa di San Lorenzo, a Padula. Nel corso degli scavi di un cantiere, infatti, sono affiorati importanti reperti archeologici appartenenti a un’antica necropoli. Il sito, privo di vincoli culturali precedenti, è stato immediatamente posto sotto sequestro preventivo su disposizione della Procura della Repubblica di Lagonegro, per evitare ulteriori danni alle sepolture e consentire l’intervento della Soprintendenza di Salerno e Avellino.
Il ritrovamento: oltre 20 tombe e 200 reperti di valore inestimabile
L’intervento dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Napoli ha permesso di accertare la presenza di numerose tombe “alla cappuccina”, molte delle quali danneggiate dai mezzi meccanici del cantiere. Gli scavi hanno portato alla luce circa 20 sepolture, tra quelle già parzialmente distrutte e quelle scoperte durante le operazioni di verifica.
Gli archeologi della Soprintendenza hanno già recuperato circa 200 reperti, con un valore stimato di oltre un milione di euro. Tra questi figurano pregiati manufatti ceramici come crateri, lekythos, pelike a figure rosse, piatti a vernice nera, nonché armi, fibule, monete e persino un antico cinturone in bronzo da guerriero. Particolarmente significativo il ritrovamento di due spiedi completi di tripode, utilizzati per i rituali funebri.
Uno degli oggetti più straordinari è una tegola in terracotta con l’incisione di un uomo a cavallo, ritenuta un reperto unico per l’area del Vallo di Diano e destinata a studi approfonditi.
Un tesoro risalente al V-IV secolo a.C.
Le prime analisi suggeriscono che la necropoli risalga al V-IV secolo a.C. e comprenda tombe a cappuccina, a fossa e a incinerazione, molte delle quali ancora intatte. Alcuni dei manufatti ritrovati potrebbero essere opera del celebre ceramografo greco Assteas, attivo a Paestum nel IV secolo a.C.
Denunce e indagini in corso
A seguito del ritrovamento, quattro persone sono state denunciate alla Procura di Lagonegro con l’accusa di danneggiamento e distruzione di beni archeologici e omessa denuncia alle autorità competenti. Tra gli indagati figurano il proprietario del terreno, gli amministratori dell’impresa esecutrice e il direttore dei lavori.
Le indagini proseguiranno con ulteriori scavi e studi scientifici, coordinati dalla Soprintendenza di Salerno e Avellino, in collaborazione con il Nucleo TPC di Napoli. Nel frattempo, l’area rimane sotto stretta sorveglianza da parte dei Carabinieri territoriali di Salerno e Sala Consilina, per garantire la tutela di un patrimonio che potrebbe rivelare ancora molte sorprese.
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