Rinasce uno scrigno d’arte: circa 20 mila turisti alla Certosa di Padula
| di Lucia CarielloLa Certosa di San Lorenzo a Padula ha registrato nello scorso mese di aprile e nel weekend del 1° maggio un deciso incremento di visite. Circa 20 mila turisti, infatti hanno potuto godere del più grande complesso monastico d’Europa (51.000 mq). Le fonti fornite dalla Soprintendenza dei beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno ed Avellino confermano una decisa ripresa turistica del complesso architettonico forse più famoso d’Italia.
Fondata nel 1306, ma delle origini rimangono solo l’impianto generale, la porta lignea e la struttura voltata della chiesa, la Certosa cresce nei secoli aggregando spazi e modificandosi di continuo, costituendosi come potente strumento di controllo del produttivo territorio circostante da parte della chiesa e dei potentati locali.
La sua immagine, definitasi nelle forme odierne nel ‘500, obbedisce al modello codificato della Certosa: un organismo complesso dal carattere urbano, rappresentazione di un’ideale città santa, dove i cortili sono piazze che organizzano e distribuiscono il compatto edificato.
La Regola prevedeva una rigorosa divisione tra Padri e Conversi.
I primi, votati alla clausura, abitavano la casa alta, l’insieme di abitazioni che, dotate ciascuna di un orto chiuso verso l’esterno, erano disposte intorno al Chiostro Grande. Sul lato opposto, in corrispondenza della corte esterna, si scorgeva la casa bassa con i granai, le stalle, le lavanderie, la spezieria e le abitazioni dei Conversi, religiosi con minore potere e non consacrati alla c1ausura che fungevano da collegamento con il mondo esterno. Tra i due ambiti sorge l’articolato sistema edilizio, organizzato intorno a tre chiostri minori, che include la chiesa, il capitolo, il tesoro, la cucina con refettorio e la biblioteca.
Il periodo di massimo fulgore fu il ‘700.
Lo testimonia la ricchezza delle decorazioni della chiesa e la bellezza scultorea di elementi quali il grandioso scalone ellittico panoramico e le eleganti membrature della facciata che incornicia l’ingresso principale. La Certosa avrà in seguito una storia tormentata. Vive la deprivazione di opere d’arte e libri in epoca napoleonica; i suoi articolati spazi diventeranno di volta in volta lazzaretto, scuola, caserma, colonia estiva per orfani, residenze da affittare, campo di concentramento nei due conflitti mondiali.
La tradizione di “cantiere aperto” trova una continuità ideale nel nuovo ruolo della Certosa: quello di casa dell’arte. Dopo un lungo ed attento restauro, le iniziative curate da Achille Bonito Oliva “le Opere e i Giorni” e “Ortus Artis” hanno restituito alla Certosa il ruolo di importante centro culturale.
Artisti internazionali hanno soggiornato, operato e cooperato negli spazi del complesso a partire dal 2002, confrontandosi con la storia, con la condizione certosina, con la miscela unica di natura, spiritualità ed architettura offerta dal luogo.
Musica e teatro hanno accompagnato, nelle edizioni annuali delle iniziative, la comparsa di opere ed installazioni poetiche, provocatorie, riflessive; le celle, i giardini, gli spazi sacri hanno subito così un’ulteriore mutazione: concepiti per la celebrazione del dogma, per la preghiera e per l’amministrazione temporale di un potere divino, aprono al dubbio ed alla interpretazione individuale del mondo, alla fantasia.
Come si raggiunge Padula:
La Certosa situata a 104 km a sud di Salerno, vi si arriva con l’Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, uscendo alla stazione di Padula – Buonabitacolo, distante circa 8 km.
Sui luoghi e sugli eventi culturali del Ministero è a disposizione anche un call center che risponde al numero verde 800 991 199 begin_of_the_skype_highlighting 800 991 199 end_of_the_skype_highlighting, il servizio è attivo tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00.
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