Palinuro, il dramma durante il convegno sul trekking sicuro: «Ora basta»
| di Luigi MartinoNessuno dei relatori, dei partecipanti e degli organizzatori dell’incontro di presentazione dal tema ‘Programma di recupero e mantenimento rete sentieristica Bussento, Lambro e Mingardo’ avrebbe mai immaginato che il destino si prendesse gioco di tutti in questo modo. Mentre sul palco dell’Antiquarium di Palinuro, un anfiteatro all’aperto che affaccia sul mare blu tra i più premiati d’Italia, figure istituzionali e rappresentanti di consorzi e di associazioni si davano il cambio per discutere di percorsi sicuri ed escursioni lungo gli itinerari del Parco nazionale del Cilento, di fronte, a meno di un chilometro di distanza in linea d’aria, una bambina di 4 anni precipitava giù dal Sentiero dei Fortini. Qualcuno si è alzato dalla platea e ha notato la motovedetta della capitaneria di porto lasciare il pontile per sfrecciare ai piedi di Punta Quaglia, dove è stato poi rinvenuto il cadavere.
«Non conosco nei dettagli la dinamica, sarà poi la procura a condurre le indagini e ad accertare l’esatta cronologia degli avvenimenti ma una cosa è certa: i sentieri vanno messi in sicurezza. Ho capito dove è caduta la bambina, ci sono stato tante volte. E’ chiaro che alcuni percorsi se ci vanno i più piccoli devono essere attenzionati maggiormente rispetto ad altri. C’è bisogno di indicazioni precise, le informazioni devono essere corrette. Quella che è successa oggi (ieri ndr) è una tragedia. C’è tanto da fare nel Cilento, noi siamo solo all’inizio». A parlare è Peter Hoogstaden, esperta guida olandese, incaricata dalla Comunità Montana di mappare i sentieri del Basso Cilento e di geolocalizzare le criticità. L’incidente a punta Quaglia è avvenuto proprio a margine del suo intervento all’Antiquarium.
«Si sono fatti tanti interventi culturali, adesso dobbiamo passare a quelli pratici – continua Peter che da diversi anni si è trasferito a Salerno -. Adesso abbiamo mappato i sentieri e i percorsi di 24 comuni ricadenti nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e nel territorio della Comunità Montana ‘Bussento, Lambro e Mingardo’. Quest’ultima ha incaricato il sottoscritto di mettere un po’ in ordine alcune cose. Finora chiunque si sentiva in dovere di agire e lo faceva in modo sparso, senza un criterio preciso. Da un lato c’erano gli enti che intraprendevano delle iniziative; dall’altro c’erano le associazioni che tentavano di tracciare nuovi sentieri e preservare quelli esistenti tenendoli puliti e con qualche pannello informativo e di segnalazione. Ma senza un progetto univoco. Noi dobbiamo mettere a sistema le cose, in modo che tra un paio di anni ci troveremo pronti con percorsi segnalati, sentieri per tutti, sentieri per gli esperti, sentieri per gruppi accompagnati dalle guide. Occorre però un piano di comunicazione fatto bene perchè a volte siamo tutti bravi a dire “noi abbiamo il sentiero più bello” come se fosse alla portata di tutti, poi si avventurano le persone e succedono le tragedie. Non dico che sono del tutto evitabili però con la giusta informazione si possono scongiurare anche sciagure simili».
Poi prosegue: «Nel frattempo bisogna fare attenzione. Noi stiamo facendo un masterplan per la sentieristica anche se adesso stanno facendo tante chiacchiere rispetto ai fondi del Recovery Plan ma sono tutte chiacchiere finchè non vengono messe a sistema. Invece di buttare soldi in progetti scollegati dalla realtà e inutili – dice Peter – noi stiamo individuando i percorsi prioritari e li dividiamo tra quelli che devono essere messi in sicurezza, quelli interdetti, quelli franati, e poi li mettiamo in un sistema e non in un solo progetto. Lavorando su tutto il territorio e non su un singolo itinerario. E’ chiaro che c’è bisogno di tutti: dell’ente Parco che collabora, della Comunità Montana, dei Comuni e dell’aiuto delle associazioni nella programmazione delle escursioni e nella promozione. Molte associazioni stanno aprendo dei percorsi anche il Parco è assente e la Comunità Montana si sta svegliando. Gli enti pubblici sono molto assenti e non solo nel Cilento, anche in altre zone, come i monti Picentini dove finalmente il Parco regionale sta riprendendo il suo ruolo. Gli enti sono stati dei carrozzoni politici e non hanno avuto quell’azione sul territorio che avrebbero dovuto fare. Per fortuna la notizia l’abbiamo saputa dopo perchè altrimenti avrebbe rovinato l’atmosfera. L’abbiamo saputo praticamente dopo pranzo, dopo che tutti se n’erano andati. E’ chiaro che non è una cosa bella. Succedono queste cose anche se devono succedere sempre di meno, questo è ovvio. Io non posso dire nemmeno che se il sentiero fosse stato in sicurezza, questa cosa non sarebbe successa. Questo non lo sentirai dalla mia bocca, così quando è accaduta la tragedia di Simon Gautier, l’escursionista francese ritrovato cadavere alla Ciolandrea di San Giovanni a Piro. Non possiamo dire che questa è colpa del Parco o di altro. Sono fatti che succedono, però organizzandoci bene magari si potrebbero evitare alcune di queste tragedie».
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