Palomonte, 35enne decapitato e sotterrato. Spunta il movente: lite per 500 euro

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Palomonte, 35enne decapitato e sotterrato. Spunta il movente: lite per 500 euro

La Procura della Repubblica di Salerno ha ufficialmente richiesto il rinvio a giudizio per sei persone coinvolte, a vario titolo, nell’omicidio di Singh Gurinder, bracciante agricolo indiano di 35 anni, scomparso nel dicembre del 2021 e trovato senza vita in circostanze raccapriccianti due mesi più tardi. L’uomo lavorava presso un’azienda di allevamento bufalino a Sicignano degli Alburni, nel salernitano. Il suo corpo, in avanzato stato di decomposizione e orrendamente mutilato, è stato rinvenuto a febbraio, grazie all’intervento fortuito di un cane di famiglia che ha condotto i proprietari nel vallone Vonghia, una zona impervia di Palomonte.

La scoperta

Le indagini, guidate dal pubblico ministero Giampaolo Nuzzo, si sono concentrate su Singh Davider, connazionale e collega della vittima. Davider, arrestato l’anno scorso mentre tentava di lasciare l’Italia con un biglietto di sola andata per l’India, è ora il principale imputato. Secondo la ricostruzione della Procura, l’omicidio sarebbe avvenuto nell’abitazione condivisa dai due operai, un alloggio messo a disposizione dall’imprenditrice proprietaria dell’azienda bufalina.

Il movente

Stando agli inquirenti, la tragica lite sarebbe scaturita da motivi apparentemente futili, ma acuiti dall’alcol e da un dissidio finanziario. Singh Gurinder, infatti, avrebbe affidato a Davider una somma di denaro, circa 500 euro, da consegnare alla moglie in India. Tuttavia, la somma non sarebbe mai arrivata a destinazione, generando tensioni tra i due al ritorno di Davider in Italia. Questa disputa avrebbe portato a un violento scontro che si è concluso con l’omicidio di Gurinder. Secondo le indagini, la vittima è stata brutalmente percossa e poi decapitata, con numerose fratture riscontrate post-mortem su naso, mandibola e tibia destra.

I particolari

Fondamentali nel caso si sono rivelate le prove forensi, tra cui tracce di sangue della vittima rinvenute sugli indumenti di Davider, nella sua auto e all’interno del prefabbricato in cui i due lavoratori risiedevano. Decisivi, inoltre, sono stati gli elementi emersi dai contatti telefonici tra Singh Gurinder e i familiari e dalle dichiarazioni rese dalla moglie della vittima, assistita dall’avvocato Luigi Gaudiano, che hanno consentito agli inquirenti di delineare un quadro più chiaro.

Le persone coinvolte

Il pubblico ministero ha quindi chiesto il rinvio a giudizio non solo per Singh Davider, accusato di omicidio, ma anche per altre cinque persone, tra cui la titolare dell’azienda bufalina, alcuni vicini di casa e amici dell’imprenditrice, residenti nei comuni limitrofi di Sicignano degli Alburni, Vietri di Potenza, Olivetro Citra e Palomonte. Questi sarebbero accusati di aver ostacolato le indagini fornendo falsa testimonianza per proteggere Davider.

Davanti al gup

La difesa degli imputati sarà affidata a un collegio di avvocati composto da Alfonso Amato, Serena Landi, Irene La Regina e Giovanni Liguori, mentre l’udienza preliminare, presieduta dal giudice Gerardina Romaniello, è già stata fissata per dicembre. Tale udienza rappresenterà un momento cruciale per far luce sui dettagli di questo tragico caso e per garantire giustizia alla vittima e ai suoi familiari, ancora segnati dal dolore per la brutale perdita.

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